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Finta rapina per uccidere l’ex moglie, tra i mandanti l’ex marito e l’amante 31enne

Ai funerali della sua ex  moglie, Margherita Ceschin, 72 anni uccisa lo scorso 24 giugno a Conegliano nel Trevigiano, Enzo Lorenzon, 79 anni, si era mostrato distrutto e addolorato fino ad accusare un malore. Ma secondo l’accusa della Procura di Treviso, è lui che aveva architettato l’omicidio della donna per questioni economiche.

La finta rapina

L’uomo avrebbe infatti messo in scena una finta rapina finita con l’omicidio della moglie. Per questo la Procura ha disposto l’arresto dell’uomo, insieme a Dileyisi Guzman Lorenzo, 31 anni, sua presunta amante e badante dell’ex moglie. In manette sono finiti anche due dominicani, Juan Guzman, 41 anni, e Sergio Luciano, 38 anni, presunti sicari assoldati da Lorenzon. Secondo gli inquirenti due settimane prima dell’omicidio, la banda avrebbe fatto anche dei sopralluoghi per studiare le abitudini della donna e capire gli orari ideali per compiere il delitto.

L’ex moglie tramortita con un colpo alla tempia e soffocata con un cuscino

Quel 24 giugno hanno aspettato che la Ceschin rientrasse in casa, sono passati dal terrazzo e una volta dentro hanno ucciso la donna, dopo averla tramortita con un colpo alla tempia sinistra, per poi soffocarla con un cuscino. Uno dei killer avrebbe anche infierito sul corpo salendo addosso alla donna e sfondandole la cassa toracica. I quattro sono accusati di omicidio volontario, con l’aggravante della premeditazione. Lorenzon era legalmente separato dalla moglie, ma tra loro le liti erano continue per le richieste della donna sull’assegno di mantenimento da 10mila euro al mese. Secondo il Corriere della Sera, gli inquirenti hanno accelerato le pratiche per gli arresti, , dopo aver scoperto che Lorenzon aveva intenzione di scappare all’estero. Secondo la procura, l’uomo e la sua presunta amante sono considerati i mandanti, mentre gli altri due a vario titolo sono i mediatori e gli esecutori materiali del delitto.

Preziose le intercettazioni

Quando gli investigatori hanno messo sotto controllo i cellulari degli indagati, sono emerse conversazioni tra i quattro in cui parlavano di un «fatto» per cui avrebbero dovuto «prestare attenzione», perché ripulissero bene l’auto. Secondo quanto emerso dalle indagini, per commettere il delitto sarebbero stati promessi circa 30mila euro. A portare altre conferme per la procura sono state le posizioni dei cellulari degli indagati il 24 giugno. I due presunti killer si sarebbero visti poche ore prima dell’omicidio.

Poco dopo la loro auto è stata vista passare secondo il segnale Gps vicino la casa della vittima. E proprio lì si sarebbero fermati i due assieme a una coppia che provava a nascondere il proprio volto con un cappello. Si tratterebbe degli stessi soggetti visti dalle telecamere di sicurezza che si aggiravano da quelle parti nei giorni precedenti il delitto, quando erano in corso i sopralluoghi.

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Redazione PL