I pizzini di Messina Denaro: “Digli che io sono qua come prima, anzi più di prima”

Il boss impartiva ordini e distribuiva incarichi sul territorio mentre rassicurava gli affiliati sulla sua presenza

Messina Denaro

Continuano le indagini per smantellare la rete di fiancheggiatori attorno a Matteo Messina Denaro durante la sua latitanza. Nuove investigazioni ma anche lo studio di vecchie intercettazioni per un’indagine completa a 360°.

Secondo le ultime indiscrezioni trapelate, l’ex latitante di Cosa Nostra viveva a Campobello di Mazara da almeno quattro anni. Nel mese di settembre, alcuni degli uomini più vicini a Messina Denaro, intercettati dai carabinieri nell’operazione Hesperia e oggi imputati associazione mafiosa, sostenevano che “iddu” fosse morto.

“Non dire in giro che è morto”

La notizia della malattia era diffusa anche tra i suoi uomini più fidati. Come riporta Il Corriere di Roma, Piero Di Natale, 41enne di Castelvetrano, principale affiliato del clan guidato Franco Luppino (omonimo di Giovanni, l’autista di Messina Denaro arrestato insieme a lui), accusava Marco Buffa, indagato per traffico di droga e concorso in associazione mafiosa, di aver messo in giro la voce sulla morte del boss. “Vedi che è arrivata la notizia di questo discorso… Non parlare in giro di questo fatto che hai detto tu che è morto perché già la notizia gli è arrivata. Ha sempre sette-otto persone che lo informano…”. Di Natale rivelava a Buffa di averne parlato con Franco Luppino, consigliandogli di “chiedere scusa”, e confermava che Messina Denaro era vivo e vegeto

Messina Denaro: “Io sono qua più di prima”

Dal resto della conversazione s’intuisce come Matteo Messina Denaro, nonostante la malattia, continuasse a dare  disposizioni sul territorio. È ancora Di Natale a parlare: “Allora in uno degli ultimi (pizzini)… gli ha detto ‘salutami a Sandrone e digli che io sono qua come prima, anzi più di prima‘… E lui è il suo pensiero… Perché io a questo l’ho messo qua… a questo l’ho messo qua e a questo l’ho messo da questa parte… Tu se hai bisogno ti puoi rivolgere a questo, tu con questo se hai bisogno rivolgiti a questo… Io personalmente stavo svenendo per la serie di nomi che ci sono stati”. Insomma, l’ultimo stragista impartiva ordini e distribuiva incarichi sul territorio mentre rassicurava gli affiliati sulla sua presenza.

Questo fine ad una settimana fa, fino al giorno del suo arresto. 

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