I rifiuti soffocano Palermo, la lettera del presidente di Rap: “Anni di emergenze affrontate con soluzioni tampone”
Giuseppe Todaro scrive ai giornalisti: “Chi pensa che bastino pale meccaniche e soluzioni tampone sta solo prolungando la crisi e l’agonia di un malato che rischia di diventare terminale”
Ancora una volta le strade di Palermo sono invase dai rifiuti. La carenza di personale Rap, il blocco delle assunzioni, la revoca dell’accordo sul doppio turno da parte dei sindacati. Sono tante le ragioni all’origine di questo quadro di degrado che non smette di ripresentarsi tra le strade cittadine e che adesso è stato oggetto di un tavolo tecnico tra il Comune e la partecipata che ha predisposto tutta una serie di interventi per cercare di risolvere le criticità in atto e scongiurarne di nuove (LEGGI QUI).
Rifiuti a Palermo, la lettera di Giuseppe Todaro
Intanto Giuseppe Todaro, presidente di Rap, ha inviato una lettera aperta ai giornali su quanto sta accadendo. “L’emergenza di queste settimane – esordisce – provoca effetti e disagi quotidiani e, giustamente, pretende risposte giorno per giorno. Chi si ritrova un cumulo di rifiuti sotto casa pensa che il problema sia solo suo e vuole sapere come sarà risolto. In realtà, ogni sacchetto rimasto a giacere più del dovuto è figlio di anni e anni di emergenze affrontate con soluzioni tampone, di gestioni poco lungimiranti o superficiali, di accordi mancati o sbagliati, di carenza di dialogo e pianificazione tra Azienda e Comune. Una sfilza di errori, omissioni o anche semplici leggerezze che hanno portato alla situazione odierna. Con una società che fatica a fare l’ordinario con le proprie forze e con risorse sempre più carenti, anche a causa – non smetterò mai di sottolinearlo – di comportamenti scorretti da parte di una fetta importante di cittadini vocata all’inciviltà e poco propensa a fare la propria parte, soprattutto quando dovrebbe dare un contributo pagando la Tari”.
“Un malato che rischia di diventare terminale”
“L’emergenza, dicevo, pretende risposte quotidiane. Ma chi pensa che bastino pale meccaniche e soluzioni tampone sta solo prolungando la crisi e l’agonia di un malato che rischia di diventare terminale. Perché oltre a spalare ciò che si accumula per strada, bisogna pianificare e costruire il futuro con azioni mirate che richiedono tempi lunghi non solo di esecuzione, ma anche di gestazione”, prosegue Todaro.
“Del resto i mezzi non si acquistano in un giorno. Le nuove assunzioni non si perfezionano dall’oggi al domani e anche gli spazi in discarica bisogna programmarli, progettarli, sottoporli a lunghi e complessi iter autorizzativi, rimodularli in base alle prescrizioni, e così via. Per non parlare degli accordi con i partner o dei nuovi step della raccolta differenziata. È da folli pensare che in una settimana o in pochi mesi sia possibile distribuire i kit, pianificare i turni, individuare e organizzare mezzi e personali e infine (la parte sicuramente meno facile) far entrare la differenziata nella quotidianità e nelle abitudini di cittadini che hanno sempre smaltito in cassonetto”.
“Non basteranno settimane o pochi mesi”
“Eppure, nonostante penso sia abbastanza pacifico che per risolvere problemi che sono cresciuti negli anni non basteranno settimane o pochi mesi, ogni giorno mi viene chiesto quando rivedremo la città pulita. Sul mio telefono personale ricevo quotidianamente chiamate di giornalisti che mi ripetono sempre la stessa domanda: come se da un giorno all’altro potessimo cambiare la città e soprattutto la mentalità dei cittadini”, aggiunge Todaro.
“Quello che posso dire e sottoscrivere – prosegue – è che dal primo giorno ho lavorato con tutto il management su due fronti, affiancando alla gestione dell’emergenza anche una pianificazione che punta a spazzare e risolvere problemi e incrostazioni strutturali. Abbiamo completato l’iter della settima vasca, acquistato nuovi mezzi, avviato concorsi e partnership con aziende leader nel riciclo dei materiali, pianificato nuovi step della raccolta differenziata, studiato ulteriori soluzioni per migliorare lo smaltimento e rendere Bellolampo un polo industriale sano e sicuro e non più un problema o una potenziale bomba ecologica. Tutto questo non si fa in un giorno. Così come non basteranno pochi mesi per definire il percorso disegnato nel piano industriale”.
“Da questo momento, ho deciso che parlerò solo con i fatti e a conclusione di ognuno degli step programmati per affrontare non solo l’emergenza quotidiana, ma anche quella strutturale. Per tutto il resto – e per tutte le segnalazioni legate al quotidiano accumulo dei rifiuti o alle criticità che si registrano giorno per giorno – potete fare riferimento ai tradizionali canali: lo staff risponderà nel dettaglio sulle attività svolte nei singoli quartieri e nelle singole vie”.