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«I russi bloccano 94 navi con derrate»: rischio crisi alimentare mondiale

Il direttore del Programma alimentare mondiale, David Beasley ha presentato al Consiglio di sicurezza dell’Onu un quadro allarmante sulla situazione attuale. Con la guerra della Russia contro l’Ucraina si rischia la peggior crisi alimentare dalla Seconda guerra mondiale. Con conseguenze catastrofiche, soprattutto per i Paesi a basso e medio reddito, in Medio Oriente e in Africa, che dipendono dal «granaio d’Europa». Weasley ha sottolineato che l’invasione russa avrà un impatto «inimmaginabile».  Spiegando che dall’Ucraina arriva la maggior parte del grano che si consuma nel mondo e che la Russia ne sta soffocando le esportazioni. Dagli Usa un’accusa precisa dal vicesegretario di Stato americano Wendy Sherman.

In una riunione delle Nazioni Unite per determinare l’impatto che avrà la guerra in Ucraina sulla sicurezza alimentare globale, ha accusato la Russia di bloccare l’accesso ai porti ucraini. Impedendo così l’esportazione di grano. «La Marina russa sta bloccando 94 navi alimentari civili nella regione del Mar Nero. E ha bombardato tre navi che trasportano merci dai porti del Mar Nero in tutto il mondo, in particolare quelle noleggiate da una azienda agricola». Inoltre, a causa della guerra, la maggior parte dei contadini e dei lavoratori ucraini hanno imbracciato le armi, e stanno combattendo contro Mosca.

LA REPLICA DI MOSCA

Immediata la replica di Mosca, secondo cui le dichiarazioni del vicesegretario di Stato americano rientrano nella guerra di informazione di Washington contro la Russia. «Consideriamo le osservazioni di Wendy Sherman come una parte della guerra dell’ informazione degli Stati Uniti contro la Russia», ha detto Anatoly Antonov ambasciatore russo negli Usa. E Vassily Nebenzia, rappresentante permanente della Russia alle Nazioni Unite ha rincarato la dose, accusando le sanzioni occidentali.

«Le vere cause che minacciano il mercato alimentare globale con gravi turbolenze non sono da ricercare nelle azioni della Russia. Ma nell’isteria sfrenata delle sanzioni che l’Occidente ha scatenato contro la Russia senza pensare né alla popolazione dei Paesi del cosiddetto Sud globale né ai loro cittadini. Il tentativo di isolare la Russia dal punto di vista economico, finanziario e logistico dai lunghi canali di cooperazione sta già comportando una crisi economica di portata storica», ha tuonato Nebenzia, come riportato dalla dalla Tass.

LE CONSEGUENZE PER L’ITALIA

Comunque, al di là delle accuse reciproche, la crisi alimentare è purtroppo possibile per tutti i Paesi importatori di grano, mais e soia. E l’Italia è direttamente interessata. Il perché lo ha spiegato Coldiretti con una nota: “I due Paesi in guerra, Ucraina e Russia, insieme controllano circa il 28% delle vendite mondiali di grano tenero per la panificazione, il 16% del commercio del mais destinato all’alimentazione degli animali negli allevamenti e circa il 65% dell’olio di girasole impiegato per la produzione di dolci, conserve, salse, maionese, condimenti spalmabili da parte dell’industria alimentare, oltre che per le fritture”.

Siamo dunque di fronte ─ continua la nota ─ a “una emergenza internazionale che riguarda però direttamente l’Italia che è un Paese deficitario ed importa addirittura il 64% del proprio fabbisogno di grano per la produzione di pane e biscotti e il 53% del mais di cui ha bisogno per l’alimentazione del bestiame, secondo l’analisi della Coldiretti. L’aumento di mais e soia – ha spiegato ancora Coldiretti – sta mettendo in ginocchio gli allevatori italiani che devono affrontare incrementi di costi pari al 57%, che evidenzia il rischio concreto di chiusura per la maggioranza degli allevamenti italiani che si trovano costretti a lavorare con prezzi alla stalla al di sotto dei costi di produzione”.

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Redazione PL