Dopo l’ultima ordinanza del Comune che vieta di vendere alcolici da asporto dalle 20 alle 8 del mattino, i titolari dei locali della movida palermitana sono sul piede di guerra. Il provvedimento prevede che per evitare affollamenti davanti ai locali sarà vietato acquistare una bevanda alcolica per berla in strada. Si può consumare solo negli spazi dei locali. Inoltre si deve chiudere entro l’una e trenta, e sono previste sanzioni fino a 5.000 euro. La protesta è arrivata davanti al palazzo delle Aquile. «Adesso basta, l’emergenza Covid è una scusa. Non si possono attaccare indistintamente tutti i locali perché i residenti si lamentano», ha detto Alfonso Zambito del Berlin a La Repubblica.
I titolari dei pub nella loro chat minacciano azioni di protesta e ricorsi al Tar. Fanno i conti, e prevedono che se dovessero rispettare le indicazioni dell’ordinanza, considerando anche le altre limitazioni anti assembramento all’interno del locale, al massimo potrebbero contare su 90 clienti, incassando 200 euro. «Non apriamo, e diamo le chiavi, le buste paga e le fatture da pagare al sindaco. Così non si può», dice Michele Catalano del birrificio Ballarak di piazza Magione.
I titolare dei locali della movida palermitana mettono in evidenza le contraddizioni di questa ordinanza.. Non capiscono perché il divieto di vendere alcolici d’asporto non si applica anche agli esercizi vicini a loro, che sono anche gastronomie, gelaterie o rosticcerie. Per queste attività c’è solo la condizione che non siano in alcun modo utilizzati contenitori di vetro. Quindi, dicono, una lattina di birra in una tavola calda si può acquistare, in un pub no. E teoricamente si può andare a bere in piazza portandosi una bottiglia da casa.
In merito, come scrive La Repubblica, il sindaco Orlando ha fatto sapere che l’ordinanza è rinviata a domani, e che forse sarà modificata. Ed ha spiegato: «In questi giorni più che mai vivibilità, decoro e tutela della salute coincidono come esigenza collettiva di tutta la comunità. Purtroppo, in questi primi giorni di lenta ripresa, si sono registrati comportamenti e fenomeni, a volte connaturati alla stessa tipologia di attività commerciali come quelle della movida, che mettono a rischio la salute di tutti».