La Sicilia è un arazzo. Un bellissimo e variopinto tappeto maestoso che adorna il salotto più bello d’Italia. Un luogo imprescindibile per il nostro Paese che genera stupore ed amore in tutti i fortunati che, per varie ragioni, riescono ad ammirarla anche per poche ore. I fili che compongono questo tesoro manifatturiero sono diversi per cromatura, provenienza e cultura ma, insieme, contribuiscono alla bellezza del prodotto finito. Ebbene sì, questa è sempre stata la vera forza della vecchia Trinacria: un territorio che, dagli albori dei tempi, si è ritrovato ad accogliere tante dominazioni. Perché dopo aver accolto greci, romani, arabi, normanni ed italiani, ancora oggi le coste siciliane diventano il porto della salvezza per diversi immigrati che fuggono dalla propria terra in cerca di un futuro migliore. Lampedusa, in questo, è la sintesi del senso d’accoglienza. Ecco, questa isola è sempre stata il simbolo dell’abbraccio tra i popoli. Retaggio completamente in antitesi con le ideologie della Lega che, seppur così diverse, attecchisce ed è presente sul territorio isolano. Questa differenza ha scaturito ulteriori polemiche tra la giunta Orlando ed il partito verde di Matteo Salvini. La colpa delle nuove diatribe è da attribuirsi alle scelte politiche di Nello Musumeci e del primo cittadino di Palermo.
Giunta Orlando contro la Lega. Altro capitolo di punzecchiature frequenti. Questa volta, il motivo del contendere sono state due nomine politiche. Nello Musumeci, governatore della Regione Siciliana, ha scelto di affidare l’assessorato alla Cultura a Stefano Candiani della Lega. Questa decisione non è passata di certo inosservata creando diverse polemiche: anche la voce di Leoluca Orlando, sindaco di Palermo, si era incanalata nel fiume del dissenso. Pronta la risposta del “Carroccio” che ha sottolineato, immediatamente, la presenza di un medico palestinese (Adham Darawsha) nella giunta di Orlando. In queste schermaglie dialettali si è inserito anche Ibrahima Kobena, presidente della Consulta delle Culture di Palermo. Ecco le sue parole:
«La nomina di un medico palestinese come Adham Darawsha ad assessore alle Culture rientra nella politica lungimirante di Leoluca Orlando, finalizzata a dare un nuovo volto al capoluogo siciliano, valorizzando la vera cultura e la storia della nostra amata città. La strada tracciata dal Comune contro la politica di chiusura e di odio verso gli altri elegge Palermo città da sempre multiculturale, culla di diverse civiltà». «Il leader del carroccio – sottolinea il presidente Kobena – forse dovrebbe studiare bene la storia della sua regione, in quanto le radici europee a cui fa riferimento sono costituite da più civiltà: araba, greca, romana e non solo. Spesso, infatti, abbiamo bisogno di interpreti di varia nazionalità per spiegarci il vero significato di monumenti e luoghi storici. Vorrei, quindi, ricordare a Igor Gelarda che la religione di cui si vanta, in base alle sue radici, è nata a Nazareth, città di cui è originario l’assessore Darawsha. In poche parole, il nostro assessore alle Culture è il simbolo delle “radici siciliane”, figlio di una delle civiltà presenti e testimone vivente della religione cristiana. Non posso che ringraziare il Sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, per la sua visione illuminata perché, scegliendo una persona che ha una conoscenza approfondita della nostra terra e che sa rispettarla attraverso la costruzione di un percorso di buone pratiche, ha saputo rappresentare l’identità culturale della nostra città infondendole anche tanto amore».
Una polemica senza fine che sembra destinata a continuare nel tempo. Arriverà la risposta della Lega dopo le parole di Ibrahima Kobena? Attendiamo il nuovo round della contesa.