Zlatan Ibrahimovic sabato è stato espulso dall’arbitro Maresca per presunti insulti. Oggi è stato punito con una giornata di squalifica e un’ammenda da 5.000 euro. Nella sentenza del Giudice Sportivo si legge il motivo dei provvedimenti: «Per avere, al 15° del secondo tempo, proferito con atteggiamento provocatorio una critica irrispettosa al Direttore di gara». Ma nel weekend della scorsa settimana, per lo svedese questo non è stato l’unico “incidente”. C’è stata un’altra grana.
Il sito fanpage.it lo ha pizzicato domenica a pranzo in un ristorante di Milano, peraltro senza mascherina. Il tutto in piena violazione delle norme anti covid. Milano domenica infatti era ancora in zona rossa e quindi non era consentito nessun pranzo. Il proprietario del locale stellato ha confermato la presenza di Ibra insieme ad altri, tra cui l’ex giocatore rossonero Ignazio Abate. Pare che abbia aperto solo per loro
Secondo “la difesa” di Zlatan Ibrahimovic, si è trattato di un incontro di lavoro durato poco più di un’ora in cui è stato consumato solo un bicchiere di vino e nulla più. Ma c’è il forte sospetto che il ristorante sia stato aperto solamente in virtù della presenza del celebre avventore, e in barba alle normative Covid. Ci sono due particolari di non poco conto. Il ristoratore è stato tra i sostenitori della campagna “io apro”, ma, soprattutto, Ibrahimovic è stato testimonial della Regione Lombardia per limitare la diffusione del coronavirua, dopo che lui stesso è stato contagiato.
Nello spot invitava tutti a utilizzare i dispositivi di protezione e a mantenere la distanza. Cosa che, né lui né i suoi commensali hanno fatto, oltre alla presenza in un ristorante che doveva essere chiuso. Uno scivolone che divide i tifosi. C’è chi crede alla tesi dello svedese e lo perdona, e chi invece chi lo accusa di seguire soltanto le regole che gli piacciono. Comunque tutto in pieno stile al personaggio che si è costruito. Nel frattempo si sta discutendo il rinnovo del suo contratto di 7 milioni di euro netti a stagione.