Materiali riciclati e reimpiegati che riprendono vita all’insegna dell’ecosostenibilità e della fruizione culturale.
Nel progetto ideato da Fabio Pannizzo, l’arte classica e l’abbigliamento si incontrano, determinando un binomio insolito e accattivante.
La sfida dell’artista palermitano, classe 1985, è trasformare la moda di consumo in una moda capace di comunicare, trasmettere emozioni e veicolare messaggi.
Il tutto, indossando capi unici, che svettano per qualità e ricercatezza.
“L’idea – spiega l’artista – è attingere a piene mani dall’arte classica per abbinarla a una t-shirt, una borsa, un cappello, un jeans o qualsiasi accessorio e articolo di abbigliamento moderno e di uso quotidiano”.
Un sodalizio speciale tra cultura, arti figurative e moda che si traduce anche nella possibilità di personalizzare gli abiti e gli accessori.
E perché no, collezionarli.
Il progetto prevede l’utilizzo, in futuro, di materiali a basso impatto ambientale.
Tra essi, figurano il cotone organico e il lino che provengono da coltivazioni sostenibili.
Altra nota caratterizzante, l’impiego di elementi di fine serie già esistenti, congiuntamente ai materiali riciclati.
“Immagino inoltre – annuncia Fabio Pannizzo – collaborazioni future con artisti e designer affinché un insieme di esperienze e sensibilità diverse, creino un’ esplosione di creatività e ingegno”.
Un intreccio di fili che cuciono idealmente colori e idee in una trama di condivisione.
Diplomato presso l’Istituto Statale d’ Arte della sua città natale, Palermo, Fabio Pannizzo mostra fin da subito spiccate capacità artistiche di scenografo e pittore.
Il suo curriculum racconta anche numerose attività per il teatro.
Laureatosi in Arte Sacra Contemporanea presso l’Accademia di Belle Arti di Palermo con il massimo dei voti, si è specializzato al biennio dello stesso corso.
Arte e teatro sono i punti focali sui quali lavora da sempre.
In ambito teatrale, si forma con l’esperienza di Francesca Vaccaro del teatro drammatico; con i pupi e le marionette di Virgilio Sieni e Mimmo Cuticchio.
Le incursioni nel panorama nazionale non mancano grazie alla scuola di Marcel Marzou con Elena Serra, con Jeff “The Clown” Jefferson e il teatro danza con Riccardo Lanzarone.
Appassionato dell’arte figurativa, ama in particolare la poetica e lo stile di Caravaggio.
Dei dipinti di Michelangelo Merisi, Fabio realizza numerose copie, tra le quali “Davide e Golia”, “Bacco” e “La vocazione di San Matteo”.
Nel 2010 crea un’ associazione culturale, La Matassa, attraverso la quale organizza numerose mostre, eventi, spettacoli teatrali e musicali.
Ama il disegno a matita e carboncino dai tratti forti e dal chiaroscuro espressivo.
L’arte e lo stile di Fabio Pannizzo sono mutati negli anni.
Nel tempo ha rafforzato la delicatezza del segno e la resa delle ombre.
Dopo averla sperimentata, si innamora della tecnica dell’affresco ed è affascinato da quella dell’acquerello che diventa protagonista in sue moltissime opere.
Tra il 2017 e il 2018 cambia radicalmente il modo di vedere la realtà figurativa e decide di creare dei nuovi lavori ispirati dai suoi modelli.
Realizza scene ambientate in luoghi surreali che risultano disturbanti.
Come nel caso della Venere, avvolta da un grande lenzuolo ed appoggiata ad un attaccapanni tipico delle abitazioni degli anni sessanta.
Prosegue negli studi e modifica sempre di più il suo stile lasciandosi influenzare dalle correnti contemporanee.
Uno strumento fondamentale per catturare le scene da studio pittorico è la fotografia.
In seguito a numerosi scatti per studiare al meglio la scena, prevalentemente teatrale e spesso barocca, nei costumi e nei colori, nasce l’opera d’arte.
Per il futuro, Fabio Pannizzo auspica di fare esperienze nel mondo della performance, manifestazioni artistiche che lo affascinano particolarmente.