Alla vigilia dell’Epifania, il 5 gennaio, è in programma il Consiglio dei ministri che potrebbe portare ad una ulteriore stretta per combattere la pandemia di Coronavirus. Sul tavolo ci sono due opzioni. La prima è quella del Super Green pass obbligatorio sul lavoro. Una decisione che riguarderebbe 23 milioni di dipendenti. La seconda è imporre l’obbligo vaccinale a tutti gli italiani. In questi giorni stanno continuando gli approfondimenti tecnici e tra oggi e domani potrebbero essere consultate le parti sociali: i sindacati e Confindustria sono schierate per l’obbligo vaccinale.
Anche autorevoli esponenti del Pd sono favorevoli, e stanno cercando l’appoggio di Forza Italia e del Movimento 5 Stelle per riuscire ad incassare fin da subito la misura dell’obbligo vaccinale per tutti, dai 18 anni in su, che sarebbe una stretta definitiva ai No Vax. Ieri anche il segretario del Partito Democratico Enrico Letta si è esposto per l’obbligo. E ha anche detto che se l’Italia diventa il primo paese a imporlo, scatenerà un effetto domino sugli altri paesi. Questa soluzione non dispiacerebbe a Draghi, che già, in molte occasioni, è stato apripista di decisioni poi prese a livello europeo. Per questo, sotto la garanzia dell’anonimato, una fonte di Palazzo Chigi ha spiegato a La Stampa che «il problema dell’obbligo vaccinale non è il se, ma il quando». Tutto dipenderà dagli ospedali. Il quotidiano ha raccontato che Draghi sta cercando di coinvolgere anche altri leader europei. E ha chiesto al ministro della Salute Roberto Speranza di discuterne con Francia, Spagna, Portogallo e Grecia. Magari con l’ipotesi di varare una stretta comune europea nello stesso momento.
Certo l’obbligo vaccinale sarebbe la soluzione più deflagrante. Ma c’è l’impressione che l’Esecutivo non sia disponibile a fughe in avanti. Certo, il dibattito è aperto e la riflessione è in corso. Ma se alla fine questa opzione rimarrà sulla carta, il Consiglio dei ministri potrebbe orientarsi sull’introduzione del Super Green pass in tutti i luoghi di lavoro. Una misura su cui potrebbe esserci un accordo già da subito per gli impiegati della Pubblica amministrazione. Per quanto riguarda la categoria del lavoro privato, invece, ci sarebbero alcune complessità da superare e per questo sarà necessario consultare sindacati e imprese. Poiché il Governo intende giungere a scelte il più condivise possibile. Considerando tutte le problematiche del caso, a cui si cercherà di dare risposta prima del varo del decreto, non è dunque detto che la soluzione arrivi entro mercoledì 5 gennaio. Potrebbe anche slittare di qualche giorno.