Il 7 luglio di ogni anno, si celebra una delle prelibatezze più amate da grandi e piccini: il cioccolato. La Giornata Mondiale del Cioccolato è un’occasione speciale per onorare questo delizioso e versatile alimento che ha conquistato i cuori di milioni di persone.
Che si tratti di un semplice quadratino di cioccolato al latte o di un’elegante pralina al cioccolato fondente, questo dolce regalo della natura delizia i palati di grandi e piccini da secoli. Derivato dai semi dell’albero di cacao, il cioccolato è ampiamente diffuso e consumato in tutto il mondo.
Il cioccolato ha una storia millenaria che risale agli antichi Maya e Aztechi dell’America centrale. Queste antiche civiltà consideravano il cacao un dono divino, tanto da chiamarlo Cibo Degli Dei. Inoltre, lo utilizzavano anche come forma di valuta ed era considerata più preziosa dell’oro. Inoltre, erano soliti consumare cioccolato ai banchetti regali, lo davano ai soldati come ricompensa per la vittoria di una battaglia e lo utilizzavano nei rituali.
Nel XVI secolo il cioccolato era diffuso solamente in America Centrale. Durante quel periodo, aveva una forma molto diversa da come la conosciamo oggi. Infatti, si chiamava Xocolatl, una bevanda amara e schiumosa, ottenuta dal cacao che veniva tostato, macinato, mescolato con acqua e infine sbattuto. Il cacao fu introdotto in Europa intorno al 1520 quando Hernán Cortés visitò la corte di Montezuma a Tenochtitlan e riportò in Spagna un carico di cacao donatogli dall’Imperatore. Inizialmente era una bevanda esclusiva per nobili e aristocratici. Nel corso dei secoli, la produzione di cioccolato si è evoluta, aprendo la strada alla creazione di diverse varianti e tecniche di lavorazione.
Nel 1828, un chimico olandese, Coenraad Johannes van Houten, fece una scoperta rivoluzionaria. Riuscì a trattare i semi di cacao, utilizzando sali alcalini, per ottenere una polvere più facilmente miscelabile con l’acqua. Questo processo divenne noto come “lavorazione olandese“, e il risultato fu il cacao in polvere. Van Houten non si fermò qui: creò anche una pressa per il cacao, che consentiva di separare il burro di cacao dalle fave tostate. Sia la lavorazione olandese che la pressa ebbero un ruolo fondamentale nel rendere il cioccolato accessibile a tutti. La polvere veniva quindi mescolata con liquidi e versata in uno stampo, dove si solidificava in una deliziosa tavoletta.
Si attribuisce a Joseph Fry la creazione della prima tavoletta di cioccolato moderna nel 1847. Egli scoprì che poteva ottenere una pasta di cioccolato aggiungendo burro di cacao fuso alla polvere di cacao. Questo segnò l’inizio dell’era moderna del cioccolato.
Il cioccolato offre una vasta gamma di varianti, ciascuna con le proprie caratteristiche distintive. Quello al latte è cremoso e dolce, grazie all’aggiunta di latte in polvere o condensato. La varietà fondente, d’altra parte, ha un contenuto di cacao più elevato e un gusto più intenso e complesso. Il bianco, realizzato con burro di cacao, latte e zucchero, ha una consistenza delicata e un sapore dolce. Oltre a queste varianti tradizionali, esistono anche cioccolati aromatizzati con ingredienti come noci, frutta, spezie o liquori.
Oltre al suo delizioso sapore, il cibo degli dei può offrire anche benefici per la salute quando consumato con moderazione. Il cacao contiene antiossidanti che possono aiutare a combattere i danni dei radicali liberi nel nostro corpo. Inoltre, studi scientifici hanno suggerito che quello fondente può avere effetti positivi sul sistema cardiovascolare, ridurre il rischio di malattie cardiache e migliorare l’umore grazie alla sua capacità di stimolare la produzione di endorfine. Inoltre, il cioccolato può proteggere la pelle dal sole nel periodo estivo, come sottolinea il sito Healthline, sulla base di alcuni studi, in particolare uno pubblicato nel 2021 sulla rivista Food and Chemical Toxicology. Grazie ai flavonoli contenuti nella versione extra fondente, il cioccolato aiuta ad alzare la soglia minima di dose eritemica (MED), cioè la quantità minima di raggi UVB necessaria per causare arrossamento della pelle 24 ore dopo l’esposizione.
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