Alcuni dei boss e degli uomini d’onore dei mandamenti mafiosi di Palermo, arrestati questa notte nel maxi-blitz dei carabinieri, erano pronti a darsi alla fuga. Come ad esempio il cognato del boss Nunzio Serio allontanatosi da Palermo dopo aver ritrovato le microspie sulla Smart della moglie. “Siamo bombardati”, diceva. Da quanto emerso dalle intercettazioni degli inquirenti, anche un altro capomafia era pronto a fuggire dall’Italia dopo essere riuscito a scampare l’arresto della Guardia di Finanza durante un inseguimento. Aveva programmato, con la propria famiglia, di rifugiarsi all’estero e di mettere al riparo il patrimonio, accumulato con i giochi online.
“Me ne devo andare da qua… devo cambiare la residenza. me ne vado. – diceva -. A me quello che mi potrebbe colpire sono la mia famiglia, ma se io ce li ho accanto posso essere sperduto in un pizzo di montagna, sono a posto. Io me ne vado! L’Italia per noi è diventata scomoda, io me ne devo andare perché non intendo assolutamente perdere quello che ho creato fino ad oggi. Cominciate a farvi i passaporti“.
Tra i boss c’era anche chi rimpiangeva la mafia del passato. Come ad esempio, il capomafia di Brancaccio Giancarlo Romano ucciso allo Sperone il 26 febbraio 2024. “Il livello è basso oggi arrestano a uno e si fa pentito; arrestano un altro… livello misero, basso, ma di che cosa stiamo parlando?”, diceva. “Io spero sempre nel futuro, in tutta Palermo, da noi, spero nel futuro di chi sarà il più giovane”.
“A scuola te ne devi andare.. – proseguiva il boss Romano, non sapendo di essere intercettato -. Conoscerai dottori, avvocati, quelli che hanno comandato l’Italia, l’Europa. Per dire quando si parla dei massoni, i massoni sono gente con certi ideali ma messi nei posti più importanti. Se tu guardi “Il Padrino”, il legame che aveva .. non era il capo assoluto.., lui è molto influente per il potere che si è costruito a livello politico nei grossi ambienti. Noi che cosa possiamo fare?”.
Poi le critiche ai giovani mafiosi emergenti: “Ma tu devi campare con la panetta di fumo, cioè così siamo ridotti? – aggiungeva Romano – Le persone di una volta, quelli che disgraziatamente sono andati a finire in carcere per tutta la vita, ma che parlavano della panetta di fumo? Cioè se ti dovevano fare un discorso di fumo, te lo facevano perché doveva arrivare una nave piena di fumo. Se tu parli con quelli che fanno business, ti ridono in faccia, Ma questo business è? Siamo troppo bassi, siamo a terra ragazzi. Noi pensiamo che facciamo il business, oggi sono altri. Dico, eravamo prima noi, oggi lo fanno altri, … noi siamo gli zingari“.
Secondo le indagini della Dda di Palermo i mafiosi detenuti in carcere avrebbero a disposizione microsim e cellulari criptati introdotti illegalmente nelle celle con i quali parlerebbero indisturbati e darebbero ordini all’esterno.
Gli apparecchi verrebbero usati per chiamare telefonini destinati esclusivamente a ricevere, una sorta di telefoni-citofoni che rende difficile incrociare i dati. Un modo, secondo gli inquirenti, con cui i boss detenuti avrebbero organizzato summit e traffici di droga.
Dall’inchiesta sul max iblitz antimafia di questa notte emergerebbe la sottomissione massiccia dei ristoranti delle borgate marinare di Sferracavallo e Mondello. Avevano imposto di rivolgersi ai fornitori di prodotti ittici con il grossista indicato dal boss Nunzio Serio. “Imposizioni a tappeto” dal racket del pizzo ai commercianti palermitani.