Il boss: «Pizzo? Niente pizzo, perché qua ci fanno arrestare a tutti»

Le intercettazioni svelano quali sono gli affari sui quali puntano i clan, oltre al pizzo, che è pericoloso: “Quell’infamone si è fatto pure intervistare. Ti pare normale?”

Le rivelazioni dei collaboratori di giustizia, ma soprattutto le intercettazioni ed i riscontri fotografici della operazione “Persefone” hanno permesso agli investigatori di mappare i nuovi equilibri mafiosi del territori di Bagheria. E, inoltre, di potere capire gli orientamenti dei loro business, che devono portare liquidità alle casse dell’organizzazione. La mafia è indispensabile avere una buona disponibilità di denaro, che serve anche a mantenere le famiglie dei tanti detenuti. Le microspie hanno potuto registrare il capomafia Ficano mentre parla dei principali introiti dell’organizzazione: «I business che vanno per ora sono due cose: i centri scommesse e la droga… se la devono vendere, devono farlo sotto il nostro controllo».

«IL PIZZO? QUA CI FANNO ARRESTARE A TUTTI»

Nell’intercettazione si sente uno dei picciotti del clan che al boss il suo orientamento sul racket delle estorsioni: «Ma dimmi una cosa, e se noi chiedessimo cento euro a tutti i negozi di Bagheria, che succederebbe?». Ficano su questo argomento a quanto pare aveva le idee chiare, e gli risponde: «Qua a tutti ci fanno arrestare». Il picciotto, annuendo, facendo riferimento a un commerciante del paese gli ricorda: «Iniziò quell’infamone là sotto… Si fece pure intervistare. Ma ti pare normale?». Queste sono intercettazioni importanti, che fanno capire la paura dei mafiosi per le prese di posizione e le resistenze dei commercianti che denunciano.

«I COMMERCIANTI DOPO IL COVID SONO ALLA CANNA DEL GAS»

Ma c’è anche un’altra concausa che induce i mafiosi a non puntare più sul pizzo e sulla vessazione delle attività commerciali: la conseguenze della pandemia. Indubbiamente lockdown e chiusure hanno penalizzato moltissimo imprese ed negozi. Lo ha detto il maggiore Salvatore Di Gesare al Giornale di Sicilia. Quando gli è stato chiesto perché il pizzo non tirava più nell’attività criminale, ha risposto: «Intanto per l’aumento delle denunce, un fenomeno molto importante, da parte delle vittime rispetto al passato. Ma soprattutto perché imprese e commercianti sono alla canna del gas dopo la batosta presa con il Covid ed è quindi un canale poco redditizio, oltre a essere rischioso. La famiglia però non tralascia di mettersi in mezzo per affermare la supremazia sul territorio. Ad esempio, per dirimere la questione di un panificio che faceva dei dolci in concorrenza con il bar dei loro amici, hanno intimato al proprietario di bloccare la produzione».

I DOLCI VIETATI AL PANIFICIO

Infatti in una delle intercettazioni Ficano ha raccontato ai suoi quanto era accaduto fra due locali vicini che vendevano lo stesso tipo di dolce. Ha spiegato che il titolare di un bar, nelle grazie del boss Onofrio Catalano, aveva chiesto che venissero presi provvedimenti nei confronti di un concorrente in zona, un panificio. Un esercizio che produceva lo stesso tipo di dolci che vendeva lui. Il Catalano, ha raccontato Ficano, intimò al fornaio di non farne più. «A quello di fronte gli ha detto di non produrre più dolci. E fu una soluzione “morbida”, perché inizialmente i boss avevano anche pensato di far chiudere il locale».