La violenta alluvione in Emilia-Romagna ha causato e sta causando morti e danni. La Romagna, parte dell’Emilia orientale e anche le alte Marche sono state interessate da una ondata di maltempo fuori dall’ordinario, che ha messo in apprensione tutta l’Italia.
“Il protagonista di questo evento drammatico è stato un ciclone mediterraneo insolitamente intenso per il mese di maggio” , ha spiegato il meteorologo Edoardo Ferrara di 3Bmeteo. “Nato sulle coste del Nord Africa, il ciclone ha poi risalito la nostra Penisola da Sud ad iniziare dalla Sicilia, dove peraltro lunedì scorso ha generato intensi nubifragi con allagamenti”. I segnali del ciclone era già stati ampiamente dimostrati sul territorio siciliano.
“Il notevole potenziale di questo ciclone – prosegue Ferrara – si era di fatto già espresso sull’Isola: nel Palermitano infatti erano caduti fino a 100 mm di pioggia, ovvero quattro volte la media dell’intero mese di maggio. Nel corso di martedì il vortice ha interessato in modo più diretto anche il Centro-Nord Italia, ma proprio Emilia orientale e Romagna si sono trovate nella posizione più drammaticamente sfavorita. La perturbazione infatti già di per sé era piuttosto violenta con piogge vigorose (punte di oltre 80 mm anche sulle alte Marche), ma una volta raggiunta l’Emilia Romagna le precipitazioni sono state ulteriormente esasperate dal cosiddetto ‘effetto stau’“.
“Nello specifico le correnti di grecale, ricche di umidità, si sono scontrate con il contrafforte appenninico scaricando ingenti quantità di pioggia in modo costante nelle stesse zone. A questa situazione si sono aggiunte diverse aggravanti: il ciclone si è praticamente fermato una volta raggiunto il centro Italia, protraendo quindi il maltempo; i forti venti di bora sulla costa con mare agitato hanno ostacolato anche il deflusso delle acque dall’appennino verso l’adriatico; i terreni erano già intrisi d’acqua per via dell’alluvione di appena due settimane fa sempre nella stessa zona e con cause del tutto simili a quelle attuali”.