Il Cts e Bassetti: «Basta con il bollettino dei contagi, non ha più senso»

In tanti sostengono che il bollettino quotidiano dei contagi non ha ormai più alcun senso. Che serve solo a trasmettere uno stato d’ansia nella popolazione

Il bollettino quotidiano dei contagi, che puntualmente arriva ogni pomeriggio, ormai non ha più alcun senso. «Serve solo a trasmettere uno stato d’ansia nella popolazione, ed inoltre non corrisponde alla reale situazione degli ospedali. E l’Italia è rimasta l’unica nazione in Occidente a farlo». L’appello a cancellare il report quotidiano è arrivato direttamente da Donato Greco, uno dei suoi membri del Comitato tecnico scientifico. Ma anche Matteo Bassetti, un virologo noto e attendibile, si è espresso sull’argomento: «Basta col report giornaliero, siamo rimasti gli unici a farlo e non ha alcun senso, ci fa solo fare brutta figura agli occhi del mondo. Bisogna cambiare il conteggio dei malati Covid, non si può contare come malato quello che ha un braccio rotto e un tampone positivo». Continuando a fare tutti questi tamponi immotivati, arriveremo a un punto che avremo talmente tanti positivi e contatti con positivi che l’Italia si fermerà».

IL CTS APRE AD UN BOLLETTINO SETTIMANALE

Sulla stessa lunghezza d’onda anche il componente del Cts Donato Greco: «Sarebbe un’ottima idea far diventare settimanale il bollettino dei contagi, mi sembrerebbe naturale farlo. Noi del Cts stiamo discutendo del parlarne col governo». L’infettivologo lo ha detto a Rai Radio 1, ospite di “Un Giorno da Pecora”. Mentre Matteo Bassetti, parlando ieri sera a “Stasera Italia” di Rete 4, è stato ancora più preciso e incalzante: «Che senso ha dire che abbiamo 250mila persone che hanno tampone positivo? Bisogna specificare se sono sintomatici, asintomatici, se sono ricoverati, se stanno a casa. Continuando a fare tutti questi tamponi immotivati, arriveremo a un punto che avremo talmente tanti positivi e contatti con positivi che l’Italia si fermerà. La cosa importante sarebbe sapere quanta gente entra in ospedale con la polmonite da Covid e quanta gente invece entra in ospedale per altre patologie e ha un tampone positivo. Bisogna capire se la pressione sugli ospedali è da polmonite da Covid oppure se è dovuto all’enorme numero di tamponi che viene fatto. Ci vorrebbe una distinzione molto chiara»