Il “dottore” Guttadauro voleva fare «rompere le corna» ad un ex ministro

Arrestato Guttadauro, imparentato con Messina Denaro. Voleva dare una lezione ad un ex ministro che osteggiava un “contenzionso” con una banca

Giuseppe Guttadauro, detto il “dottore” perché ex primario dell’ospedale Civico, dopo la scarcerazione del 2012 si era trasferito a Roma. Gestiva con il figlio le dinamiche del mandamento Palermo-Roccella, e progettava di aprire nuovi canali per la droga, acquistare ristoranti nella capitale e recuperare crediti per la borghesia romana. L’ex primario da un paio di giorni è finito ai domiciliari insieme al figlio Mario Carlo. Il dottore-mafioso è fratello di Filippo, marito di Rosalia Messina Denaro e cognato del superlatitante Matteo Messina Denaro, l’ultimo padrino della cupola di Cosa nostra. Questa parentela acquisita spinge Guttadauro a muoversi nell’ombra nella capitale. Per questo, quando doveva acquistare un ristorante dove lui non vuole figurare per evitare di sovraesporsi, ha spiegato al suo sodale: «Io ho un parente che è il più importante latitante che c’è, il secondo nel mondo, il più importante che c’è in Italia. Ma tu perché pensi che mi stanno appresso? per me? ».

GESTIVA DA ROMA

Dalla capitale, tramite il figlio Mario Carlo, definito “portavoce ed alter-ego” del padre nel “territorio palermitano”, Guttadauro ha gestito un’attività di commercio ittico in Marocco ed , è intervenuto per risolvere alcune controversie tra i clan per l’esecuzione di lavori edili commissionarti dall’Eni a Brancaccio. Ma progettava anche nuovi canali per importare cocaina dal Sudamerica e hashish dall ’Albania. Al medico-boss non si rivolgono solo i mafiosi. Come si legge negli atti, era “divenuto il referente di certi ambienti della ‘Roma bene’”, di figure insospettabili che lo contattavano “per la risoluzione delle loro controversie private”. Come Beatrice Sciarra, moglie di Giuseppe Mennini, medico chirurgo e docente presso l’Università La Sapienza di Roma. Entrambi non sono indagati.

CHIAMATO A RISOLVERE UN CONTENZIOSO

La coppia romana si è rivolta a Guttadauro per risolvere un “contenzioso” con Unicredit per “un credito di 16 milioni di euro”. Per scomodarsi ‘u dutturi’ avrebbe preso il “5%” della mediazione. “Vediamo come si risolvono le cose – dice in una intercettazione –. Può essere che ci mandiamo qualcuno a dargli due colpi di legno e basta”. La spedizione punitiva era prevista per Mario Baccini, che comunque è estraneo all’inchiesta. Si tratta dell’ex ministro della Funzione pubblica del governo Berlusconi tra il 2004 e il 2006, che avrebbe interferito nella mediazione finendo tra le mire del boss. «Perché alla signora gli sembrava che veniva dal capomafia, e io mi mettevo e andavo a rompere le corna a Baccini?», dice Guttadauro. Spiegando che, casomai, avrebbe ingaggiato uomini “saliti da Palermo” e che per questo bisognava pagare. Alla fine però non se ne fece nulla.