Distribuzione capillare delle slot machine su tutto il territorio regionale, partecipazione popolare e tanti soldi spesi: il gioco d’azzardo in Sicilia e a Palermo incontra una diffusione estesissima. Rispetto al pre pandemia, è cambiato qualcosa oggi? Un confronto tra i dati del 2015 e quelli del 2021 può darci qualche informazione aggiuntiva?
I dati raccolti dal centro studi Pio La Torre a Palermo e provincia, incrociati con quelli forniti dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli – ADM parlano chiaro: sono ben 4.115 le slot machine distribuite in tutto il territorio provinciale. E difficilmente chi voglia giocarvi farà la coda: ve ne sono una ogni 310 abitanti!
A livello economico, il gioco d’azzardo nel 2015 raccoglieva a Palermo il 6,64% del Pil, contro il 5,88% di Trapani e il 5,54% di Messina. Non solo slot, ma anche scommesse ippiche (vi sono ben 69 centri presenti in città e provincia di Palermo) e scommesse sportive (370 i centri provvisti di licenza).
Si parla di oltre 1 miliardo di euro complessivamente in tutta la regione: in cima alle preferenze, new slot e video lotterie con 391 milioni, ovvero il 38,4% del totale regionale; seguono il lotto con 241 milioni di euro (23,6%) e Gratta e vinci con 202 milioni di euro (quasi il 20%).
In tutta l’isola, durante l’anno 2015 i cittadini hanno speso quasi 4 miliardi di euro nel gioco d’azzardo, cifra che sale a circa cinque miliardi se si prendono in considerazione le stime relative al gioco illegale.
Il quadro non può essere completo, se non si affronta il tema della ludopatia: la dipendenza dal gioco coinvolge in Sicilia (i dati sono sempre delle stime, considerato il sommerso di tutti coloro che ancora non si sono rivolti ai Servizi di assistenza) almeno 90 mila persone; sono solo poco più di 1.000 i giocatori che ogni anno decidono di farsi aiutare.
E oggi? I dati più recenti risalgono al 2021: la Sicilia è la sesta regione in Italia per spesa pro capite nel gioco d’azzardo fisico (852,2 euro) ed è la terza per gioco digitale: il totale ammonta a ben 7.637 milioni di euro; solo Campania e Lombardia, molto più popolose della Sicilia, raccolgono di più!
Ma ciò che preoccupa maggiormente è l’ingresso massiccio delle organizzazioni criminali nel gioco d’azzardo: in quanto sommersa questa partecipazione è difficilmente rilevabile e ancor meno reprimibile, ma, secondo il centro di ricerca sulle criminalità Transcrime, già nel 2011 in Italia le mafie ricavavano dal gioco illegale oltre mezzo miliardo di euro, il cui 20% era concentrato in Sicilia.
Da allora, c’è stata la pandemia e, se nel 2019, solo il 33% della spesa per il gioco d’azzardo andava sul web, nel 2021, la stessa voce è salita al 60%, per un ammontare di 67,17 miliardi di euro.
Il gioco illegale fa gola alla criminalità organizzata perché, oltre ad essere una facile fonte di guadagno, è anche un settore preferenziale per il riciclo del “denaro sporco”.
Il gioco d’azzardo attira da sempre giovani e meno giovani, per il fascino e l’attrattiva che esercita, anche per l’illusione che dà di poter cambiare vita, grazie ad un facile guadagno. Deve invece essere chiaro che si tratta solo di un passatempo divertente, senza alcuna pretesa di arricchimento.
Il diffondersi del fenomeno e tutte le sue conseguenze negative a livello sociale, economico e criminogeno hanno portato le amministrazioni, le strutture socio sanitarie e le associazioni ad interessarsi da vicino ai soggetti più a rischio: i ragazzi e le ragazze tra 12 e 19 anni (sia detto per inciso: il gioco è vietato ai minorenni, ma ciò non impedisce loro di trovare escamotage per dedicarsi a slot e altro, incrementando il rischio di indebitamento e di sviluppo di dipendenza).
Un campione di 1.500 studenti in età 11-18 anni delle scuole secondarie inferiori e superiori di Palermo è stato oggetto di specifica inchiesta nell’ambito del progetto “Una scommessa su di noi”, promosso dall’UOC Dipendenze Patologiche della ASP di Palermo. È emerso che se l’85% del campione non mostra atteggiamenti di gioco problematici, il 9% è stato invece considerato a rischio, mentre il 6% è definito problematico patologico.
L’obiettivo del progetto è di informare tanto i ragazzi, quanto i docenti e i genitori, in modo da creare un substrato consapevole dei rischi di un gioco patologico, troppo spesso considerato innocuo tanto dai giovani, quanto dagli adulti.
L’obiettivo è anche quello di condividere possibili strategie di aiuto e supporto a chi sia in difficoltà: uno dei grossi ostacoli, spesso, è quello di ammettere, anche con se stessi, di avere bisogno di un aiuto.
La conoscenza approfondita degli aspetti patologici e criminali legati al gioco d’azzardo è fondamentale per prevenire fenomeni di dipendenza e di azzardopatia, proprio come è fondamentale sapere che esistono numerosi casino online stranieri, senza sui quali si può giocare in modo sicuro e nel rispetto delle regole: risultati randomizzati a livello informatico, impostazione di limiti di gioco, pagamenti garantiti. Questo articolo sui casino online senza licenza italiana raccoglie o migliori operatori di gioco affidabili e sicuri per giocatori italiani.