Il mare «mangia» le coste siciliane: piano d’emergenza della Regione

A pagarne le conseguenze, oltre ai centri abitati, è il settore turistico isolano


Sono 438 su 1623, quasi un terzo, i chilometri di costa siciliana che risultano sfregiati dal mare. Interi arenili letteralmente inghiottiti, con danni evidenti alle strutture pubbliche e private che vi sorgono. E quando c’è di mezzo la sicurezza dei centri abitati di tempo da perdere non ce ne può proprio essere. Inoltre, è bene sottolinearlo, a pagare salata l’erosione costiera non poteva che essere il settore turistico, in quanto, dopo il Veneto, la Sicilia è la Regione in cui si è registrata nel passato la maggiore urbanizzazione lungo le coste, non sempre nel rispetto della legge.

Per questo, il governo Musumeci è pronto ad attuare una strategia complessiva per porre ovunque fine al succitato problema: recuperare le spiagge scomparse e ricreare condizioni naturali di equilibrio. Lo strumento per portare avanti il progetto è stato messo a punto dall’Ufficio contro il dissesto idrogeologico, guidato dallo stesso presidente della Regione.

Adottando come parametro di riferimento le linee guida nazionali, la struttura commissariale che opera con la direzione di Maurizio Croce ha effettuato in 4 mesi un monitoraggio completo delle coste dell’Isola, individuando le zone alle quali dare priorità d’intervento e mettendo a punto le tipologie più idonee da adottare. 


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PIANO REGIONALE ANTI EROSIONE GIA’ PRONTO

“Il Piano regionale contro l’erosione costiera è già pronto per entrare nella sua fase operativa, con l’obiettivo di valorizzare, il prima possibile, tutti quei territori rivieraschi che, anno dopo anno, hanno visto inesorabilmente ridurre la propria superficie”. A dichiararlo è il Presidente della Regione Nello Musumeci. 

UNA GAMMA COMPLETA DI PARAMETRI 

Le caratteristiche sedimentologiche e quelle meteo marine (con il calcolo di venti, onde e livello del mare), gli effetti dei cambiamenti climatici e l’analisi dell’evoluzione della linea di riva dal 1998 al 2019: lo studio effettuato dalla Struttura anti dissesto ha tenuto conto di una gamma completa di parametri. Tutti i dati che sono stati raccolti in un nuovo portale che potrà essere costantemente aggiornato e che permetterà di monitorare i benefici prodotti dagli interventi che verranno realizzati.

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