I social sono inondati di Food Blogger, influencer che assaggiano i piatti di diversi ristoranti, elogiandone puntualmente gusto e prezzo. Ma molto spesso non si tratta di recensioni oneste. Ci ha pensato lo Youtuber Franchino er Criminale a scoperchiare il sistema delle marchette e delle finte recensioni.
Il “Criminale” ha pubblicato, infatti, un video in cui andava ad assaggiare i piatti dei locali più celebrati sul web, facendo notare come un palato disinteressato difficilmente avrebbe potuto apprezzare i panini farciti con qualunque ingrediente trovato nel frigo dello chef. Ma è stato solo l’inizio, perché poi Repubblica ha tirato fuori le cifre. Scrivendo che un video su TikTok e una sessione di Instagram pubblicati da un food influencer costerebbero mediamente 70 euro. Se poi si prevede una collaborazione più duratura e ulteriori sponsorizzazioni, i ristoratori potrebbero tirare fuori anche 1.400 euro al mese.
Ovviamente il prezzo della collaborazione cresce di pari passo al numero dei followers che il Food Blogger di turno è in grado di raggiungere. I più umili, agli esordi, si accontenterebbero anche di una mangiata gratis in cambio di un reel. Contatterebbero inoltre di loro iniziativa i locali da coinvolgere. Lo scrocco si trasformerebbe in catena di montaggio quando viene superata la soglia dei 100mila utenti che seguono il Food Blogger. A quel punto verrebbero anche coinvolti ragazzi giovanissimi, sguinzagliati nei quartieri per andare a caccia di nuovi clienti, come venditori porta a porta.
Un food influencer avrebbe spiegato ad un ragazzo in cerca di impiego dove andare a procacciare clienti, indicandogli un itinerario. «Lunedì a Trastevere, martedì a Fiumicino, mercoledì a Testaccio, giovedì a piazza Bologna, venerdì a Civitavecchia», avrebbe spiegato. Per ogni accordo chiuso dal collaboratore gli avrebbe riconosciuto una percentuale. Alcuni ristoratori avrebbero parlato anche di pagamenti in nero.
Foto libera di Vinicius Benedit