Il neo pentito Giovanni Ferrante sfoglia l’album fotografico della mafia

Ferrante: «”Tassa” da 250 euro a Pasqua e Natale allo “scaro”». Il business delle scommesse truccate e dei videopoker. I danneggiamenti nei negozi

Giovanni Ferrante, l’ex boss dell’Acquasanta adesso pentitosi, con le sue dichiarazioni ha già riempito due verbali. Uno il 20 agosto ed un altro il 2 settembre. Da essi arrivano molte conferme e qualche distinguo rispetto alle versioni rese di recente dal cugino Gaetano Fontana, un altro ex boss mafioso e anche lui aspirante collaboratore di giustizia. La prima foto che Ferrante ha riconosciuto è quella di Pietro Abbagnato, 47 anni, già coinvolto nel blitz “Mani in pasta”.

«Abbagnato si è messo a disposizione con Sergio Napolitano per la riscossione del pizzo al mercato ortofrutticolo – ha raccontato Ferrante -. Ciò accadde nel 2018, nel periodo pasquale. In particolare preciso che dentro il mercato ortofrutticolo vi erano già i miei cugini Fontana, con Mimmo Passarello, che si occupavano delle carrettelle. Nel 2018 Napolitano decise che gli stand del mercato dovessero pagare circa 250 euro due volte l’anno per Natale e per Pasqua. Tuttavia quando iniziamo a chiedere il pizzo per il mantenimento dei carcerati, fummo denunciati. Abbagnato per commettere tali atti estorsivi si accompagnò con Ciancio Salvatore».

«LE CORSE DI CAVALLI TRUCCATE»

Ferrante ha parlato anche della passione per le corse dei cavalli. Ha detto che a volte costano tanto, ma danno anche soddisfazioni quando si riesce a truccare qualche corsa. Ha ammesso che in trasferta gli era riuscito un colpo da 10 mila euro nell’ippodromo di Albenga. Ed altri 80 mila euro erano arrivati da una corsa all’ippodromo della Favorita. Questi soldi li ha investiti in altri cavalli, che erano intestati a sua moglie. Perché, in quanto pregiudicato, temeva le conseguenze delle misure di prevenzione. Gli avrebbero potuto portare via Bodigius, Bony Gil e Avetie Chuc, acquistati per 20 mila euro con proventi illeciti. Ferrante ha messo a verbale chel scommesse negli ippodromo non sempre vanno bene, come una volta a Torino, quando, nonostante avessero tentato di condizionare la gara, non riuscirono nel loro intento, perdendo tutti i soldi scommessi.

VINCITE AD ALBENGA E PALERMO

Invece andò meglio un’altra volta ad Albenga. Pagando 3.500 euro il favorito, Parussati, che non voleva rinunciare alla possibilità di vincere, hanno vinto circa 10.000 euro. Inoltre ha raccontato: «Nella primavera del 2018 organizzammo un multiplo a Palermo. Ci fruttò 80 mila euro» facendo i nomi delle persone con cui aveva condiviso l’informazione e la vincita. Nelle carte ha citato più volte, avendolo riconosciuto nelle foto, Giulio Biondo, già indagato nell’inchiesta “Mani in pasta” come uno degli elementi più attivi nel settore delle agenzie di scommesse e dei videopoker e già autista del patriarca Stefano Fontana.

I NEGOZI DANNEGGIATI

Parlando dei danneggiamenti nei negozi, ha indicato la foto di Fabrizio Basile, detto “u fasuluni”, uno spacciatore di cocaina al dettaglio. Gli permise di rifornirsi di droga per circa 30 grammi una volta alla settimana, e per tale motivo il Basile si mise a disposizione per commettere danneggiamenti nei negozi. «In particolare ─ ha precisato Ferrante tali danneggiamenti furono commessi alla New Motors e successivamente il Basile bruciò anche gli ombrelloni della Cubana. Con riferimento invece al panificio Bonanno preciso che il danneggiamento venne effettuato per mio conto in quanto non era stata pagata la farina. La benzina venne collocata per non fargli aprire più le attività commerciale». Altri danneggiamenti colpirono Danimart, un’agenzia Betman per errore, perchè il vero bersaglio era un punto Snai, mentre al panificio “Dolce forno” fu imposto l’acquisto della farina.

I VIDEOPOKER

Ferrante indica come altra fonte di guadagno del clan i videopoker. Erano piazzati “all’interno di un tabaccaio di via Montepellegrino di fronte al mercato ortofrutticolo”, al “Cin Cin bar” e allo “Stefan bar”. Biondo inoltre gestiva altre agenzie, semprein via Montepellegrino e di fronte alla chiesa del Don Orione. Tale attività erano esentate dal pizzo in quanto già subivano l’imposizione dei siti dei Fontana. Un’altra agenzia si trova all’altezza di Gammicchia Gomme. Ed ancora ha ricordato Ferrante, c’è “un sito on line collocato dal Biondo all’interno della taverna nella titolarità di Bonura».

IL SUMMIT DENTRO LA CELLA FRIGORIFERA

Indicando la fotografia di Giuseppe Corona, Ferrante ha detto che “è un uomo d’onore che si occupa sia degli affari Resuttana e si muoveva anche alla Vucciria. Tramite Sergio Napolitano venni a sapere che trafficava anche in cocaina. Prima del Natale 2017 Corona mi disse che Napolitano mi voleva parlare pertanto ci incontrammo al mercato ortofrutticolo. L’incontro avvenne all’interno di una cella frigorifera, al freddo, e lontano da occhi e orecchie indiscrete. All’appuntamento era presente anche mio fratello Michele… Napolitano mi venne presentato da Corona come reggente della famiglia di Resuttana in quella occasione mi disse che voleva parlare con Gaetano Fontana».

Ferrante ha continuato ricordando che «tramite Mimmo Passarello Gaetano mi fece sapere che non voleva incontra Napolitano. Successivamente incontro Napolitano che mi ha proposito la reggenza dell’Acquasanta anche in virtù della mia parentela con i cugini Fontana. Presi qualche giorno di tempo per decidere poi e accettai l’incarico ribadendo che tuttavia la gestione delle macchinette dei siti sarebbe rimasta ai Fontana. Infatti non avrei accettato l’incarico mettendomi contro i Fontana. Con riferimento alla mia formale assunzione di incarico preciso che Corona e Napolitano mi strinsero la mano per formalizzare l’accordo preciso». Anche la nomina, ha ricordato Ferrante, avvenne in una cella frigorifera all’interno del mercato.