Il piano Ue per dire addio al gas russo: pannelli solari obbligatori sulle case

L’unione Europea ha un piano che punta sul fotovoltaico residenziale che prevede pannelli solari obbligatori per edifici privati e pubblici

Per l’indipendenza energetica dalla Russia entro il 2027 l’’Europa, vara il RePowerEu,  un piano che vuole rivoluzionare la strategia energetica, e  prevede un impegno di trecento miliardi di euro. I tre pilastri del RePowerEu sono risparmio, diversificazione delle forniture e accelerazione sulle rinnovabili. Il piano della Commissione europea ha come obbiettivo, entro il 2030,  la copertura della metà    dei consumi energetici europei con fonti verdi. È quindi previsto l’obbligo per i nuovi edifici e quelli che consumano più energia di dotarsi di pannelli solari. E, laddove possibile, di pompe di calore e accumulatori. Nel dettaglio, i progetti per le rinnovabili dovrebbero diventare per legge di «prevalente interesse pubblico». Un piano che vuole “ridurre rapidamente la dipendenza dai combustibili fossili russi accelerando la transizione pulita e unendo le forze per ottenere un sistema energetico più resiliente e una vera Unione dell’energia”, si legge nella bozza riportata da diversi media. Insomma si tratta di sostituire gas e petrolio importati da Mosca. In linea con il principio espresso anche dal segretario Usa Janet Yellen: «Nessuno può controllare il sole e il vento». Nemmeno Vladimir Putin.

LA RIVOLUZIONE PARTE DAL SOLE

Per tagliare al più presto i ponti con la Russia l’Europa punta sulle energie rinnovabili.  La prima rivoluzione parte dal sole, con l’indicazione di rendere obbligatori i pannelli solari per tutti gli edifici commerciali e pubblici entro il 2025 e per gli edifici residenziali nuovi entro il 2029.  Un progetto «ambizioso» ma «realistico» come ha detto Ursula von der Leyen. E potrà essere sostenuto dai prestiti del Pnrr, da nuove sovvenzioni e dal trasferimento di fondi comuni da Pac e coesione. Il punto più importante del piano è quello dei finanziamenti. La fetta principale non sarà composta da soldi freschi perché è legata a doppio filo con il Recovery: ci sono infatti 225 miliardi previsti per i prestiti non ancora chiesti dai Paesi membri. Prestiti che, entro trenta giorni dall’approvazione del nuovo regolamento, le capitali europee potranno chiedere per gli obiettivi contenuti nel RePowerEu(Foto Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0

 

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