“Il silenzio può essere una condanna a morte”, l’appello dei carabinieri dopo la strage di Altavilla
Si è chiusa con un appello accorato la conferenza stampa sul triplice omicidio di Altavilla Milicia, tenutasi stamani presso il Comando dei Carabinieri di Bagheria. Il dottor Ambrogio Cartosio, procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Termini Imerese, ha sottolineato: “Nel territorio di nostra competenza si sono verificati in più occasioni comportamenti dalla matrice religiosa – a nostro avviso – distorta”. La questione riguarderebbe la nazione intera, non solamente il Palermitano: una distorsione della religione per scopi sessuali, sfruttamento economico o per ottenere qualsivoglia vantaggio, che non ha risparmiato neppure i minori.
“L’appello ai più giovani e ai minori è quello di muoversi per fare emergere queste situazioni“, ha proseguito il procuratore. “Il silenzio può essere la condanna a morte” oppure il velo che copre situazioni di sfruttamento che si ancorano spesso nella vulnerabilità dell’individuo. In tal senso, le forze dell’ordine possono aiutare chi si trova ad esserne vittima: “La Procura di Termini Imerese è dotata di una struttura in cui sei pubblici ministeri, con senso di abnegazione e grande entusiasmo, lavorando sodo, cercano di far emergere questi reati e punire i colpevoli. Fidatevi di chi in seno alla magistratura e alle forze dell’ordine è in grado di aiutarvi”.
L’invito è rimarcato anche dal sostituto procuratore Chiara Salerno: una denuncia tempestiva “consente alla macchina della giustizia di attivarsi e farlo in termini utili, prima di situazioni irreparabili”.
In chiusura la precisazione: atteggiamenti settari e distorti possono verificarsi in qualunque contesto religioso. “La chiesa evangelica merita rispetto come quella cattolica – ha sottolineato il procuratore Cartosio -. Naturalmente sia nella chiesa evangelica sia in quella cattolica, ci sono le mele marce. Il problema è quello che stiamo cercando di segnalare: bisogna cercare di farle venire fuori queste cose, perché a volte succede quando è accaduto l’irreparabile”.
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