Da più di 20 giorni dalla Russia non arrivano notizie sulle loro perdite, e questo fa crescere il timore che le spaventose cifre fornite dal nemico possano essere vere. E decine e decine di madri russe che chiedono informazioni sui loro ragazzi alle autorità militari, non ricevono alcuna notizia concreta. La risposta standard è sempre la stessa: «La persona è impegnata in operazioni fuori dal luogo di normale dislocamento». Gli ucraini spesso trovano i corpi dei giovani russi mandati da Putin e grazie ai documenti fanno sapere qualche cosa. In molte zone di combattimento il terreno è ricoperto di caduti che i russi non vogliono raccogliere. «Così non sono costretti a fare rapporto e a far sapere qualche cosa in patria», ha spiegato la vice premier ucraina Irina Vereshchuk. Decine di cadaveri sparsi ovunque a Mykolaiv, nelle campagne attorno a Kharkiv, in ogni luogo dove si sono svolti combattimenti. Gli addetti dei servizi funebri li recuperano quando possono e li stipano in vagoni frigoriferi, ma devono agire con grande attenzione. «Ci dobbiamo muovere assieme agli artificieri perché a volte vengono sistemati sopra una mina anti-uomo», ha raccontato uno di loro.
E da Kiev è arrivata una conferma, con il grido disperato del sindaco, Vitali Klitschko, intervenuto in videoconferenza al consiglio comunale di Firenze. «Non abbiamo il numero esatto di quanti morti ci sono stati, perché non possiamo raggiungere determinati luoghi della città ─ ha spiegato ─. Secondo le ultime stime si tratta di migliaia di persone o addirittura decine di migliaia di persone. Per ora possiamo osservare un gran numero di cadaveri. Sono notizie molto scioccanti anche per me. Negli ultimi giorni circa 70 tonnellate di cadaveri sono state trasferite e portate in Russia». Un intervento disperato: «Mi sono sempre chiesto ─ ha aggiunto il sindaco ─ perché il conto avviene solo sui cadaveri, sulle persone morte. La risposta è stata molto cruda: perché moltissime volte non si tratta di cadaveri interi. Per questo motivo oggi non si possono contare il numero dei defunti, ma il peso dei cadaveri».