Le indicazioni del Dicastero per la Dottrina della Fede guidato dal cardinale Victor Manuel Fernandez, approvate da Papa Francesco che ha controfirmato il documento, aprono le porte della Chiesa alle persone transessuali e omosessuali. Tra le varie novità, la possibilità di essere padrini e testimoni di nozze in chiesa e il via libera anche a padrini omosessuali che convivono con un’altra persona, purché conducano “una vita conforme alla fede”.
L’occasione per questa apertura arriva dalle risposte ad alcuni quesiti posti al Dicastero nel luglio scorso da monsignor José Negri, vescovo di Santo Amaro in Brasile. Le domande riguardavano la possibile partecipazione ai sacramenti del battesimo e del matrimonio da parte di persone transessuali e di persone omoaffettive.
“Un transessuale, che si fosse anche sottoposto a trattamento ormonale e ad intervento chirurgico di riattribuzione di sesso, può ricevere il battesimo, alle medesime condizioni degli altri fedeli, se non vi sono situazioni in cui c’è il rischio di generare pubblico scandalo o disorientamento nei fedeli. Nel caso di bambini o adolescenti con problematiche di natura transessuale, se ben preparati e disposti, questi possono ricevere il Battesimo”. Questa l’indicazione del Vaticano.
Una persona transessuale può essere anche testimone di nozze o padrino di un battezzato. “A determinate condizioni – si legge – si può ammettere al compito di padrino o madrina un transessuale adulto che si fosse anche sottoposto a trattamento ormonale e a intervento chirurgico di riattribuzione di sesso. Non costituendo però tale compito un diritto, la prudenza pastorale esige che esso non venga consentito qualora si verificasse pericolo di scandalo”.
Tra i temi affrontati anche quello dei genitori gay o di quelli che hanno avuto il figlio attraverso la gestazione per altri. “Due persone omoaffettive possono figurare come genitori di un bambino, che deve essere battezzato, e che fu adottato o ottenuto con altri metodi come l’utero in affitto?”, chiedeva al Vaticano il vescovo del Brasile. La risposta del Dicastero della Fede: “Perché il bambino venga battezzato ci deve essere la fondata speranza che sarà educato nella religione cattolica”.