Il virus all’attacco delle Rsa e delle case di riposo: allarme anziani

La Regione ha avviato uno screening nelle strutture che ospitano i più fragili Allarme dei sindacati: “Servono infermieri,”

In tutta la Sicilia ci sono focolai nella case di riposo per anziani e nelle residenze assistenziali. C’è allarme dappertutto, da Palermo a Catania, da Messina a Ragusa, in tante strutture per anziani. La Regione è corsa ai ripari con una campagna di screening e dichiarando zone rosse Bronte e Misilmeri, paesi in cui il Covid si è accanito più che altrove. Inoltre anche l’Oasi di Troina, con 32 positivi, è di nuovo sotto pressione.

FOCOLAIO ESTESO A PALERMO

La situazione più preoccupante è comunque a Palermo, nell’Istituto geriatrico siciliano di via Messina Marine dove ci sono circa ottanta positivi, tra gli anziani ospiti e dipendenti. Quattro sono deceduti, e qualche altro paziente è stato portato in ospedale. Michele Morello, responsabile terzo settore per la Fp Cgil Palermo, come ha riportato Repubblica Palermo, ha detto: «La situazione di criticità resta elevata. Chiediamo di conoscere quale sia oggi la situazione del personale in servizio e come si intende procedere alla sostituzione di infermieri e operatori sanitari, assenti per malattia».

FOCOLAI IN DUE CASE DI RIPOSO A MISILMERI. A BRONTE CONTAGIATI ANCHE TANTI DIPENDENTI

Grave anche la situazione a Misilmeri, dove sono due le case di riposo per anziani colpite dal Covid. Questo ha spinto il sindaco Rosario Rizzolo a chiedere, e ad ottenere che il suo territorio diventasse zona rossa. «Non è stata una scelta semplice ─ ha dichiarato ─, ma i numeri dei contagi continuano a essere troppo alti, e ogni iniziativa intrapresa non è stata sufficiente ad arginarli».

Anche a Bronte, dove pure il sindaco Pino Firrarello è positivo, c’è un grave focolaio in una casa di riposo. Al momento, all’interno della struttura, il bilancio è di 36 persone contagiate: 21 ospiti e 15 dipendenti. La dirigente Tiziana Tardo ha detto: «Le visite le avevamo sospese dal 10 ottobre. Probabilmente il virus è entrato con un operatore». Buona parte del personale in quarantena, e per la struttura c’è difficoltà a trovare i sostituti: «È difficile reperire infermieri con l’esperienza necessaria per lavorare in una situazione del genere», ha concluso la dirigente.

OASI DI TROINA

Infine c’è l’Oasi di Troina, in provincia di Enna, dove il virus è tornato, dopo avere già colpito pesantemente durante la prima ondata. Nella struttura ennese, che ospita 252 ricoverati, ci sono 32 positivi. Questa è la situazione, come ha detto a a Repubblica il direttore don Silvio Rotondo: «Ci sono ventisette pazienti contagiati, già in isolamento in due reparti diversi. Oltre tre operatori sanitari e due manutentori. Nessuno di loro è ricoverato in altre strutture, le loro condizioni di salute sono discrete e al momento non creano alcuna preoccupazione».