Ilaria Salis è da oggi una eurodeputata al Parlamento Ue con l’Alleanza Verdi e Sinistra. Sebbene i risultati debbano essere confermati, si può dire con discreta certezza che siederà a Bruxelles. L’insegnante lombarda, infatti, dopo quindici mesi di detenzione preventiva in Ungheria e la lotta sfiancante per ottenere i domiciliari, potrà tornare ufficialmente in libertà grazie all’immunità parlamentare.
“Questo non è che l’inizio. Ci hanno accusato di candidature a fini strumentali, possiamo dire – le parole di Fratoianni – che abbiamo fatto bene: Ilaria Salis da stasera è un’europarlamentare, un risultato importante”.
Salis è stata arrestata l’11 febbraio del 2023 assieme a ragazzi tedeschi con l’accusa di avere aggredito tre militanti neonazisti a Budapest. È seguita un’accesa polemica sulle condizioni di detenzione e hanno fatto scalpore le immagini di lei condotta in catene in aula. Sono stati più volte chiesti i domiciliari e dopo diversi “No”, il 15 maggio il tribunale di Budapest ha accolto il ricorso. Così, dopo 15 mesi di reclusione, le sono stati concessi i domiciliari. Nel frattempo è arrivata la candidatura alle elezioni europee con Alleanza Verdi-Sinistra.
L’immunità, però, non rappresenta un’assoluzione delle accuse a carico di Salis. Il giudice ungherese potrebbe, infatti, richiedere al Parlamento europeo di avviare la procedura per la revoca dell’immunità, aprendo così un possibile contenzioso tra Budapest e l’istituzione europea. A questo proposito, c’è un dettaglio non irrilevante: l’immunità non può essere applicata in caso di flagranza di reato. E nel caso Salis, la corte ungherese sostiene di avere un video che dimostrerebbe la colpevolezza della 39enne. In tal caso, la questione dovrebbe essere valutata da una commissione parlamentare europea, che deciderà se il video rappresenta effettivamente una prova di flagranza di reato.