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Implosione e rottura del guscio: come sono morti i passeggeri del sommergibile Titan

Stockton Rush, Shahzada Dawood e suo figlio Suleman, Hamish Harding e Paul-Henri Nargeolet, i cinque passeggeri che erano a bordo del sommergibile Titan, sono morti a causa di una “implosione catastrofica”. A causarla, probabilmente, un guasto che ha provocato una “perdita della camera di pressione” del sottomarino.

Il decesso dei passeggeri risale a quattro giorni fa, quando la Marina americana ha registrato “un’anomalia coerente con un’implosione o un’esplosione” nelle vicinanze del sommergibile. Quindi esattamente quando le comunicazioni si sono interrotte. Un’anomalia registrata con un sistema di rilevamento acustico top secret, che era stato progettato per individuare imbarcazioni nemiche.

Il ritrovamento dei detriti del sottomarino

L’ipotesi dell’implosione del sottomarino l’aveva formulata Dale Mole, ex medico della Marina. La conferma è arrivata dalla Guardia costiera statunitense, che ha dato l’annuncio su Twitter della localizzazione con un robot sottomarino telecomandato di un “campo di detriti”  nella zona di ricerca vicino al Titanic. Si tratta molto probabilmente dei resti del Titan dopo l’implosione.

Il professore di robotica marina australiano Stefan Williams ha spiegato che la causa dell’implosione forse potrebbe essere cercata nella rottura del guscio esterno del sommergibile. Secondo il docente, si tratta di un’eventualità che somiglia a quella dell’esplosione di una bomba. Ha spiegato: “Sebbene lo scafo composito del Titan sia costruito per resistere a intense pressioni in acque profonde, qualsiasi difetto nella sua forma o costruzione potrebbe comprometterne l’integrità. E in questo caso il rischio di implosione sarebbe elevato”.

Nel Titan emerse negligenze tecniche

Nel corso delle ricerche di questa settimana, sono anche emerse informazioni che accusano OceanGate di una possibile negligenza tecnica del dispositivo per il turismo subacqueo. Nel 2018 l’ex direttore delle operazioni marittime di OceanGate, David Lochriddge, ha portato in giudizio la società, accusandola di averlo licenziato perché aveva segnalato problemi di sicurezza del mezzo. OceanGate, a sua volta, lo aveva accusato di aver divulgato informazioni riservate. A ciò si aggiunge la polemica sull’adozione, per pilotare il sommergibile, di un joystick per Xbox 360, uscito nel 2010, quindi vecchio di 13 anni, e dal costo di 44 dollari. Pare inoltre che, sempre per risparmiare su costi e tempistiche di ricerca, le luci interne provenissero da un negozio per articoli di campeggio.

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Redazione PL