Albergatori sul piede di guerra a Petralia Sottana. L’ultimo Consiglio comunale del 2023 ha visto infatti l’approvazione della proposta avente a oggetto “Imposta di soggiorno. Approvazione regolamento per l’istituzione e l’applicazione del tributo”. Si parla, insomma, dell’introduzione di un’imposta di soggiorno sul territorio del comune madonita che fa storcere non poco il naso ai titolari delle strutture ricettive, che ne temono le possibili conseguenze sui flussi turistici.
Pare infatti che Petralia Sottana sia l’unico tra i comuni madoniti a introdurre la novità. Gli addetti ai lavori temono, quindi, che si verrebbe a creare una situazione di disparità che finirebbe per danneggiare le attività che sorgono sul territorio.
“Abbiamo raccolto le firme di strutture ricettive e attività con partite IVA contrarie alla tassa di soggiorno ottenendone 85 – dichiara un albergatore -. Le abbiamo protocollate ma il sindaco di revoca non ne vuole sapere niente, si parla solo di sospensione. Noi non vogliamo prese in giro. Da ieri mattina abbiamo aperto la petizione anche online” (QUI IL LINK).
Insomma, la delibera del Consiglio comunale suscita forti opposizioni. Secondo l’amministrazione, il ricavato del gettito di imposta andrebbe reinvestito in servizi di utilità per la comunità e i turisti, da concordare con gli stessi operatori del settore. Gli albergatori però obiettano che si tratterebbe di un ricavo irrisorio e che, dall’altra parte, il danno, anche a livello di immagine, sarebbe ben più sostanzioso.
Gli albergatori hanno messo nero su bianco le loro perplessità in una richiesta di revoca indirizzata all’amministrazione. “Tale imposta è relativa al solo comune di Petralia Sottana – scrivono – non è stata istituita in alcuno dei comuni limitrofi né (dalle interlocuzioni avute con i sindaci dei comuni madoniti) vi è da parte loro alcuna intenzione di istituire questo ulteriore tributo. È del tutto evidente, pertanto, la disparità che sorgerebbe a danno delle strutture ricettizie di Petralia Sottana e dell’indotto”.
“Il ricavato del gettito di imposta sarebbe irrisorio – aggiungono – e non riuscirebbe a coprire eventuali spese di forniture di servizi ma graverebbe, anche a livello di immagine, sulle strutture ricettizie e sull’intero paese”. Secondo gli albergatori, un’eventuale introduzione dell’imposta di soggiorno andrebbe valutata solo se fosse oggetto di discussione dell’Unione dei Comuni in una politica di condivisione di scelte politico-economiche amministrative dell’intero territorio.
La scelta di introdurre l’imposta di soggiorno viene inoltre definita “in controtendenza con la lotta che si sta conducendo per una fiscalità agevolata nei comuni montani, con la richiesta dell’istituzione delle “zone franche montane”, in un territorio difficile e con una realtà economica già abbastanza compromessa”.
“L’introduzione dell’imposta di soggiorno andrebbe a penalizzare non solo le strutture ricettizie ma a cascata tutto l’indotto: ristoranti, negozi, attività economiche varie, perché gli utenti non sceglierebbero di soggiornare a Petralia ma nei paesi limitrofi dove non è presente tale imposta”. Gli albergatori continuano a chiedere a gran voce l’immediata revoca della delibera.
L’opposizione ha votato contro.