Oggi scade l’Imu 2020: tutto ciò che c’è da sapere e come pagarla

Chi dovrà pagarla? Come potrà farlo? Ecco tutto ciò che c’è da sapere. Intanto, la Fondazione italiani in Europa chiede l’esonero per chi vive e lavora all’estero.

La “deadline” dell’Imu si oltrepassa oggi. In queste ore, infatti, per tantissimi italiani scatta l’ultimo giorno disponibile per il pagamento dell’imposta municipale sugli immobili. L’acconto di giugno sarà versato da ben 25 milioni di italiani che posseggono la seconda casa o prima casa di lusso. Appuntamento a dicembre, invece, per il saldo definitivo. Chi non pagherà la prima tranche potrà comunque farlo nei giorni successivi aggiungendo il mini-prelievo previsto dal ravvedimento operoso. Intanto, la Fondazione Italiani in Europa chiede l’esonero dal pagamento per gli italiani che vivono e lavorano all’estero.

IMU: TUTTO QUELLO CHE C’È DA SAPERE

È una delle tasse meno digerite in Italia. L’Imu deve essere pagata dai proprietari delle seconde case, indipendentemente dalla classificazione dei Catasti, mentre l’abitazione principale è esclusa solo se non è considerata di lusso o pregio. La tassa “colpirà” anche chi detiene beni inagibili o inabitabili. Cosa cambia rispetto allo scorso anno? In effetti, c’è una novità sostanziale: a partire dal primo gennaio di quest’anno è prevista un’unica forma di prelievo sul patrimonio immobiliare. Per l’anno d’imposta 2020, quindi, verrà adottato un meccanismo diverso per calcolare l’acconto: la prima rata sarà pari alla metà di quanto versato a titolo di Imu per il 2019.

DECRETO RILANCIO E PAGAMENTO

Il Decreto Rilancio varata dal governo per sostenere la ripartenza economica dopo l’arrivo del Coronavirus prevede lo stop del pagamento della prima rata di giugno per immobili adibiti a stabilimenti balneari marittimi, lacuali, fluviali, villaggi turistici, stabilimenti termali, agriturismi, ostelli della gioventù, colonie, affittacamere per brevi soggiorni, b&b, residence e campeggi e rifugi di montagna. L’Imu dovrà essere saldato attraverso il versamento tramite modello F24 o bollettino precompilato.

LA POSIZIONE DELLA FONDAZIONE ITALIANI IN EUROPA

Intanto, Giuseppe Arnone (presidente della Fondazione italiani in Europa) ha chiesto ai primi cittadini, attraverso una lettera, l’esonero del pagamento dell’Imu per tutti gli italiani che vivono e lavorano fuori dai confini nazionali:

“Il 16 giugno è la data che segna la scadenza relativa al pagamento dell’IMU e la Fondazione chiede ai primi cittadini di attivarsi a beneficio dei loro concittadini affinchè siano esonerati dal tributo: come è noto, il motivo principale della desertificazione dei territori è proprio l’insostenibilità del sistema tributario,  divenuto ormai la  causa più frequente del trasferimento di singoli e imprese. I primi cittadini – prosegue il presidente – devono prendere atto del fatto che i nostri connazionali trasferitisi all’estero hanno voluto mantenere un’abitazione nel Paese di origine, con la speranza di potervi tornare un giorno o semplicemente per ragioni affettive, per non recidere definitivamente il legame con il territorio di nascita e, nel frattempo, hanno continuato a produrre ricchezza e benessere, tenendo alti i valori del made in Italy che, in tutto il mondo, sono sinonimo di eccellenza, qualità, creatività e attaccamento ai valori del lavoro. Se si vuole invertire il trend negativo in atto – chiarisce – occorre creare le condizioni adeguate per l’abolizione totale o parziale dell’IMU:  nel 2015 si era introdotta l’esenzione totale del pagamento del balzello per i cittadini italiani iscritti all’AIRE e titolari di pensioni estere; con questa misura, il Parlamento riconobbe il valore morale dei sacrifici dell’emigrazione per mancanza di valide alternative occupazionali in patria.”

Arnone continua: “Nel 2020 però questa esenzione è stata cancellata e, in questo caso, l’UE ha segnalato all’Italia che essa non rispettava il principio di non discriminazione, poiché agevolava solo i cittadini italiani residenti all’estero e non quelli comunitari in possesso di unità immobiliari nel nostro Paese. Il Parlamento italiano avrebbe potuto individuare il numero delle case possedute in Italia da cittadini di altri Stati europei e capire se il costo dell’esenzione IMU fosse oggettivamente sostenibile per le casse dello Stato oppure cogliere l’occasione per eliminare, in modo definitivo, una norma mal vista da chi non ha mai conosciuto il mondo dell’emigrazione italiana all’estero. Non vi è stata, da parte della politica, alcuna lungimiranza né un’adeguata presa di coscienza per mantenere vivo il legame tra elettori e connazionali e neppure tra questi ultimi e il territorio di appartenenza – commenta – ed è per questa ragione che mi rivolgo ai sindaci, alle prese con il fenomeno dello spopolamento e della desertificazione produttiva, oltre che demografica, perché si tratta di una materia che non può essere discussa più a livello europeo, ma che attiene alla piena discrezionalità e all’autonomia dei Comuni. La politica – conclude –  è chiamata a porre fine a una palese iniquità che penalizza fortemente i nostri concittadini che producono benessere all’estero, tenendo alti i valori propri dell’italianità ovvero l’operosità, la creatività, la dedizione al lavoro e la qualità estrema dei prodotti”.

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