Dopo qualche slittamento e qualche “falsa partenza”, la Commissione europea e il direttore generale dell’Aifa Nicola Magrini, hanno confermato che in Italia è davvero in arrivo il vaccino proteico anti-Covid Novavax. Nelle ultime ore lo ha detto anche il commissario straordinario per l’emergenza Covid, il generale Francesco Paolo Figliuolo, in occasione di una visita all’ospedale pediatrico Meyer di Firenze. «Per la fine di questa settimana ─ ha confermato ─ arriverà il vaccino Novavax. Ne riceveremo poco più di un milione di dosi che saranno subito distribuite a tutte le regioni e province autonome» Ed ha aggiunto: «Poi arriveranno ancora un altro paio di milioni di dosi nel mese di marzo. Per cui ci sarà possibilità anche di utilizzo di questo ulteriore vaccino».
Questo vaccino è visto bene da chi fino ad adesso è stato cpntrario alla vaccinazione, insomma “piace” ai cosiddetti No Vax. Infatti sfrutta la tecnica delle proteine ricombinanti, collaudata e in uso da tempo contro malattie come pertosse, epatite, meningite, herpes zoster e altre infezioni di carattere virale. Insomma ha una tecnologia diversa da quella Rna, utilizzata da Pfizer e Moderna. Il suo uso è stato approvato nella seduta della Commissione tecnico consultiva dell’Aifa lo scorso 22 dicembre per le somministrazioni delle prime dosi. E dunque non per i richiami. Ha il vantaggio di poter essere conservato in normali frigoriferi.
Il Novavax può essere somministrato ai soggetti di età uguale o superiore ai 18 anni. La vaccinazione prevede un ciclo vaccinale primario di due dosi a distanza di tre settimane l’una dall’altra. I dati disponibili, ha messo in evidenza l’Aifa al momento del via libera a Novavax, hanno mostrato una efficacia di circa il 90% nel prevenire la malattia Covid-19 sintomatica anche nella popolazione di età superiore ai 64 anni. Il profilo di sicurezza si è dimostrato positivo, con reazioni avverse prevalentemente di tipo locale. Dal 24 febbraio nel Lazio sarà già possibile prenotare questo vaccino, sia per la prima che per la seconda dose, prevista quest’ultima a distanza di tre settimane.