In Europa avanza l’obbligo vaccinale: favorevoli Austria, Grecia e Germania

Anche la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen si è espressa verso una spinta al dibattito sull’obbligo vaccinale nei paesi europei

Alcuni Stati europei, probabilmente preoccupati anche dalla diffusione della variante Omicron, si muovono verso l’obbligo vaccinale previsto per legge. Dopo gli annunci di Austria e Grecia, al coro dei sostenitori di un obbligo “generalizzato” dell’immunizzazione contro il Covid si è aggiunta una ulteriore importante voce. È stata la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen a imprimere una spinta al dibattito sulle immunizzazioni vincolanti. In una conferenza stampa a Bruxelles, rispondendo a una domanda sulle sanzioni previste dalla Grecia per gli ultrasessantenni che rifiutano di vaccinarsi, ha anche aggiunto «Fino a due o tre anni fa non lo avrei mai pensato. Ma in Europa è tempo di discutere sull’obbligo vaccinale». Prima di lei si era registrato anche l’intervento del futuro cancelliere tedesco Olaf Scholz. Ha assicurato l’obbligo è già nell asua agenda, e che il Parlamento tedesco deciderà entro fine anno. In caso di via libera la stretta entrerebbe in vigore a «inizio febbraio o inizio marzo».

IN AUSTRIA SCATTERÀ DAL 1° FEBBRAIO

Il vaccino sarà obbligatorio in Austria dal 1° febbraio. Secondo il ministro alla salute Wolfgang Mueckstein sarà una misura “senza alternative”, visto il basso tasso di vaccinati nel Paese, circa il 70%. L’obbligo vaccinale dovrebbe escludere i bambini delle elementari e potrebbe interessare tutti gli over 14enni. Infatti, da questa età non sarà più necessario il consenso dei genitori per sottoporsi alla vaccinazione. I cittadini che non possono essere immunizzati per motivi medici saranno esentati dalla vaccinazione obbligatoria. Per i renitenti l’Austria sta studiando una multa da 3.600 a 7.200 euro, in base al reddito.

IN GRECIA PER CHI NON SI VACCINA MULTA DI 100 EURO AL MESE

Anche la Grecia si prepara a varare l’obbligo vaccinale per i cittadini con più di sessanta anni. Il primo ministro Kyriakos Mitsotakis ha annunciato che dal 16 gennaio vaccinarsi contro Covid-19 sarà obbligatorio per gli over 60, pena una multa di 100 euro. La sanzione sarà addebitata automaticamente dall’Autorità Indipendente delle Entrate Pubbliche (AADE), l’ente che svolge la funzione dell’italiana Agenzia delle Entrate. E sarà mensile, si dovrà pagare finché non ci si adegua. Le sanzioni fanno parte degli sforzi del governo greco per incrementare i livelli di vaccinazione, che per ora ammontano al 64% della popolazione. Parlando con il suo governo, Mitsotakis ha riconosciuto che la misura sarà impopolare, ma servirà a salvare vite. Gli over 60 ancora non vaccinati nell’intera Grecia sono 560 mila. La sanzione mensile di 100 euro per chi non si adeguerà all’obbligo entro il 16 gennaio, è stata definita dal premier «il prezzo da pagare per la salute».

IN ITALIA CONFINDUSTRIA FAVOREVOLE, MA ESPERTI CAUTI

In Italia il presidente di Confindustria Carlo Bonomi si è espresso favore della misura: «Così come è strutturato oggi, il “Super Green pass” non ci convince molto. Perché più metti delle particolarità all’interno dell’applicazione più diventa difficile applicarlo. Quindi, credo che bisogna prendere atto che c’è una recrudescenza dei numeri e andare verso un obbligo vaccinale, con tutte le difficoltà che ne conseguono. A partire dal «come lo rendi obbligatorio» ha detto il leader degli industriali. Ma i responsabile e gli esperti italiani considerano l’obbligatorietà della vaccinazione come una decisione estrema. Che dovrebbe essere presa in relazione all’andamento epidemiologico. In Italia c’è una percentuale di vaccinati estremamente elevata. Moltissime persone stanno richiedendo la terza dose, e molti non vaccinati stanno rivedendo la loro posizione.

DAL 15 DICEMBRE IN ITALIA OBBLIGO PER ALCUNE CATEGORIE

Comunque in Italia già dal 15 dicembre scatterà l’obbligo di vaccinarsi per alcune categorie di lavoratori. Riguarda non solo la terza dose per i sanitari, ma anche per chi lavora nel comparto sanità, sicurezza, difesa e istruzione. L’estensione, che ha validità a decorrere dal 15 dicembre prossimo, esclude la possibilità di essere adibiti a mansioni diverse.