C’è un bambino di un anno sospeso tra la vita e la morte. È un bambino di origini nigeriane che è arrivato domenica mattina in arresto cardiaco al pronto soccorso dell’ospedale Santa Maria della misericordia di Perugia. È stato e riportato alla vita dopo sei minuti di manovre d’emergenza da parte di due medici rianimatori e del personale del pronto soccorso. La procura di Perugia e la squadra mobile sono al lavoro per stabilire cosa sia realmente accaduto. Perché la versione della madre, che ha raccontato come suo figlio sia stato scosso perché si stava soffocando con un biscotto e come poi gli sia stata gettata dell’acqua addosso per farlo riprendere non convince.
Viene ritenuta «confusa» dagli investigatori. Considerando anche un precedente ricovero del piccolo, lo scorso 24 marzo, a causa di una frattura dell’omero destro. Inoltre c’è un uomo che ha portato il bimbo in ospedale presentandosi come il padre e poi è sparito senza lasciare traccia. Insomma una serie di misteri su cui fare luce. La procura che ha aperto un fascicolo contro ignoti ipotizzando il reato di maltrattamenti.
Il piccolo, dopo che il cuore ha ripreso a battere, è stato intubato e in primo tempo ricoverato nel reparto di terapia intensiva neonatale a Perugia. Poi, vista la gravità della situazione, è stato organizzato un trasferimento in elisoccorso all’ospedale pediatrico Meyer di Firenze, dove da ieri pomeriggio il bambino si trova ricoverato in Rianimazione. Le flebili speranze di un miglioramento che si erano profilate nel pomeriggio di domenica sono state per ora congelate dalle notizie che arrivano dal Meyer: viene definito infatti «in pericolo di vita».
Ma cosa è successo davvero al bimbo? È stato vittima di un terribile quanto casuale incidente domestico o di intenzionali atti di violenza sul suo corpicino? Il procuratore Cantone ha detto che sono in corso approfondimenti investigativi finalizzati a ricostruire la dinamica degli eventi ed eventuali responsabilità penali. Ma qualora venissero confermati i sospetti che le cause del malore del bambino non siano di natura accidentale, inquirenti e investigatori starebbero valutando anche una serie di altri reati. Che ovviamente potrebbero cambiare nella malaugurata e drammatica ipotesi che il bambino non ce la faccia.
La madre ha raccontato che il bambino domenica mattina stava mangiando un biscotto, che, mischiandosi alla saliva, aveva creato in bocca una sorta di bolo. Ha detto che il piccolo non riusciva a mandare giù, e che ha iniziato a soffocarlo. A quel punto, lei e chi era con lei nell’appartamento, hanno iniziato a scuoterlo per fargli sputare via il bolo e farlo respirare di nuovo. Vedendo ulteriormente che non si riprendeva, gli avrebbero gettato addosso dell’acqua per poi avvolgerlo con una coperta perché era ghiacciato. All’arrivo in ospedale, infatti, secondo quanto si apprende la temperatura corporea del piccolo era di 32 gradi e dunque era in ipotermia. Verità o tentativo di coprire qualcosa di mostruoso? Quel bambino che lotta tra la vita e la morte di certo merita una risposta.