Un treno in Giappone è arrivato con un minuto di ritardo, ed è scattata subito un inchiesta. Un caso che in Occidente sarebbe passato inosservato e che sicuramente non avrebbe fatto notizia. Invece è bastato il ritardo di sessanta secondi, e la direzione dell’azienda ha subito convocato una conferenza stampa per porgere le sue scuse agli utenti, assicurando che il dipendente che ha causato il ritardo avrebbe pagato le conseguenze delle sue azioni.
Praticamente è successo che il conducente di un convoglio giapponese ad alta velocità, il famoso Shinkansen, detto anche “proiettile”, nella tratta tra Atami e Mishima (la più trafficata del paese), ha lasciato il controllo e la guida del treno ad un collega non in possesso di idonea licenza. Il motivo? Secondo quanto riferito dalla compagnia ferroviaria, doveva andare urgentemente in bagno. L’episodio sarebbe anche passato inosservato se il treno non avesse accumulato un minuto di ritardo. Un’inadempienza che. immediatamente, nel paese famoso per la sua puntualità ha scatenato un’indagine,
Il macchinista ha ammesso di aver lasciato il suo posto perché aveva mal di pancia e che quindi aveva chiesto ad un suo collega, non qualificato di assumere il controllo del treno, che aveva 160 passeggeri a bordo e che viaggiava in quel momento a 150 chilometri all’ora. Il conducente si è assentato per soli 3 minuti, ma è bastato perché il convoglio arrivasse in stazione in ritardo rispetto alla tabella di marcia. I treni Shinkansen sono minuziosamente monitorati dal sistema di controllo computerizzato centralizzato e il responsabile deve rimanere al suo posto per gestire situazioni impreviste. Il “colpevole”, dal canto suo, si è difeso, sostenendo che non intendeva causare alcun ritardo e che non aveva avvisato il centro di comando del suo bisogno fisiologico perché si vergognava.