Chissà chi ha scattato la foto, chissà se i due ragazzi si sono messi in posa per scambiarsi un bacio proibito, lì, in mezzo al traffico di Shiraz, una grande città dell’Iran. Con gli automobilisti indifferenti a quel gesto che è una rivoluzione. Si baciano, lui tiene la mano di lei, lei sulla punta delle scarpe da ginnastica che piega la testa, con i capelli sciolti, la maglietta bianca corta, attillata. L’immagine da un paio di giorni è volata sulla rete, sui profili iraniani, e su quelli americani, europei, indiani. Ohmid Memarian un giornalista iraniano che si trova negli Stati Uniti l’ha postata subito. Lavora per un sito di informazione per la difesa dei diritti umani.
Di sicuro il giornalista avrà pensato che questa foto dei due ragazzi che si baciano nel traffico di Shiraz qualche ora dopo la fine dell’ennesima giornata di manifestazioni, di morti e di condanne a morte, parla più di un qualsiasi articolo. Più delle cronache dei cortei e degli arresti che scandiscono l’attualità dell’Iran da due mesi, da quando Mahsa Amini è morta a 22 anni dopo aver passato tre giorni in un commissariato perché non era vestita in modo corretto, e perché una ciocca di capelli le era sfuggita dal velo.
Non si possono fare i nomi dei protagonisti della foto, né chi di ha scattato la foto. Chi si bacia sta compiendo un atto fuorilegge. Per questo anche le targhe delle auto che fanno da cornice al bacio sono sfumate. Nessun segno di riconoscimento deve essere visibile e pazienza se c’è chi pensa che sia un fake. Che la foto sia stata scattata chissà dove, chissà quando. Ohmid Memarian ha scritto una didascalia: «La foto è stata scattata martedì sera a Shiraz, Iran. In un paese in cui la libertà di espressione è vietata in tante forme, la gente sfida l’oppressione con atti simbolici». Nell’Iran degli ayatollah e della repressione, baciarsi è proibito, perché è contrario alla legge della morale. Così come è proibito ballare o cantare per strada. È proibito anche lasciar sfuggire una ciocca di capelli.