In Sicilia ancora molti medici no-vax: in arrivo le sospensioni senza stipendio
Ancora ci sono molti medici e operatori sanitari non vaccinati. Im Sicilia per il personale no-vax sono arrivate o stanno arrivando i provvedimenti delle Asp
Tre mesi fa è stato emesso il provvedimento per la vaccinazione obbligatoria del personale sanitario e socio-sanitario che svolge la sua attività nelle strutture sanitarie, socio-sanitarie e socio-assistenziali pubbliche e private. Ma anche nelle farmacie, para-farmacie e studi professionali. Dopo 90 giorni, ci sono ancora 672 tra medici e sanitari che lavorano in prima linea in Asp e ospedali siciliani non ancora vaccinati. Dopo gli inviti e le diffide andati a vuoto, per molti è scattata o sta per scattare la sospensione senza stipendio. E secondo i dati pubblicati da Repubblica, il numero dei medici no-vax cresce considerando anche chi lavora come libero professionista. Di fatto, il 17 per cento dei camici bianchi e il 27 per cento degli infermieri iscritti ai rispettivi Ordini ha rifiutato il vaccino antiCovid.
LE SANZIONI SONO GIÀ PARTITE O SONO IN PARTENZA
Si può dire che nell’isola la legge è stata un sostanziale buco nell’acqua. Dopo la sua pubblicazione, solo il 6 per cento tra medici e infermieri sono tornati sui propri passi. Per questo sono scattati o stanno per scattare i provvedimenti. Le prime sanzioni al personale no-vax sono scattate a Ragusa, dove l’Asp un mese e mezzo fa ha sospeso circa 30 tra medici, infermieri e operatori vari. Di questi, oggi ne rimangono sospesi 15. In 12 hanno deciso di vaccinarsi e 3 hanno portato giustificazioni previste dalla legge.
DATI PREOCCUPANTI
Considerando l’ultimo censimento dell’assessorato regionale alla Salute di qualche giorno fa, è indispensabile agire con rigore. È stato rilevato che su 43.215 medici in Sicilia, i non vaccinati sono 5.768, cioè il 17 per cento del totale. Nel censimento precedente, quello di aprile, prima della obbligatorietà, erano il 22 per cento. Quindi solo il 5 per cento ha deciso di vaccinarsi in seguito all’applicazione della norma. Le cose vanno ancora peggio per gli infermieri: su 34.556, ci sono 9.567 non vaccinati, ovvero il 27 per cento. Ad aprile erano il 34 per cento: solo 7 su 100 si sono regolarizzati. Da questo si evince che la minaccia del licenziamento sembra aver funzionato di più per i dipendenti pubblici: sono 672 i sanitari non in regola con la vaccinazione antiCovid che lavorano per il servizio sanitario regionale. I manager delle aziende sanitarie provinciali e degli ospedali hanno già avviato le azioni coercitive: dopo Ragusa, sono partite le Asp di Agrigento, Caltanissetta e Siracusa.
LA PROCEDURA PER LA SOSPENSIONE E GLI EFFETTI
Per la sospensione è prevista una complessa fase istruttoria che inizia con l’incrociare i dati in possesso dell’azienda con quelli degli Ordini, si passa agli inviti a spiegare i motivi della mancata messa in regola, poi con i richiami a vaccinarsi o prenotare il vaccino entro 5 giorni, e infine arrivano le diffide. A Caltanissetta i provvedimenti stanno dando risultati. Lo afferma il manager Alessandro Caltagirone. «Le azioni hanno funzionato – dice –. Solo un paio di dipendenti non hanno risposto. Abbiamo fatto partire la nota annunciando che se insistono, scatterà la sospensione fino al 31 dicembre». Invece all’Asp di Agrigento i medici nel mirino sono quattro. «Le azioni coercitive stanno funzionando – dice il direttore sanitario Gaetano Mancuso – Dopo gli inviti uno si è vaccinato, un altro si è messo in aspettativa senza assegni, per gli ultimi due sono scattate le diffide che annunciano la sospensione».