L’erogazione delle prestazioni in convenzione sarà sospesa ogni volta che il budget mensile sarà esaurito. Avverrà se non ci sarà una riprogrammazione del fabbisogno sanitario per il 2023 e, quindi, aumenteranno i fondi messi a disposizione dei laboratori d’analisi privati accreditati con il sistema sanitario pubblico e dei centri di medicina specialista ambulatoriale. Così ha detto Pietro Miraglia, presidente dell’Ordine regionale dei biologi e di Federbiologi Sicilia, precisando che non è una forma di protesta ma una necessità dovuta al fatto che per legge non si può più operare in extra budget. Dal Coordinamento intersindacale di Medicina specialistica ambulatoriale di territorio (Cimest), arriva anche l’indicazione di una data: le prestazioni saranno a pagamento dal 20 di ogni mese.
Una soglia che, dunque, varrà per tutte le cliniche private accreditate del territorio, d’analisi o specialistiche che siano. Miraglia ha spiegato che “in conseguenza del decreto dell’ex assessore Razza, noi non possiamo più lavorare in extra budget, ma attenerci alla regola del dodicesimo mensile del budget totale pari a 283 milioni l’anno, che di solito, vista la domanda di prestazioni, basta a coprire le richieste fino al 20 di ogni mese, anche qualche giorno meno”.
Il tavolo delle trattative comunque non è ancora chiuso, perché è ancora accesa la speranza che entro il 5 aprile, quando ci sarà il prossimo incontro con i rappresentanti di categoria, l’assessore alla Salute Giovanna Volo trovi le necessarie risorse aggiuntive. A tenere in piedi il dialogo con la Regione è anche il Cimest, per voce del suo coordinatore, Salvatore Gibiino.
Quest’ultimo, come scrive il Giornale di Sicilia, ha precisato: “Siamo in stato d’agitazione, non in sciopero, e la sospensione dei ticket convenzionati dal 20 di ogni mese, peraltro già in atto dallo scorso gennaio, non è una ripicca, ma una necessità. Il dialogo con l’assessore resta aperto, anche se siamo scettici sulla possibilità che il governo regionale riesca ad alzare la percentuale di aggregato del 15% che ci è stata tagliata. Aumentando quindi il tetto delle risorse annuali, che è pari al 22% degli 1,2 miliardi erogati dallo Stato alla Sicilia, per sostenere le nostre prestazioni, che ammontano all’80% del totale effettuato nell’Isola tra pubblico e privato. Quel che è certo è che, con il rincaro delle bollette e delle materie prime, non possiamo più permetterci di lavorare gratis”.