Dall'Italia

In una maxi operazione scovati 5mila “furbetti” con reddito di cittadinanza

E’ di questa mattina la notizia di una maxi operazione condotta in Campania, Puglia, Abruzzo, Molise e Basilicata. Che ha prmesso di scovare circa 5 mila “furbetti” tra cui camorristi, parcheggiatori abusivi, rapinatori e lavoratori in nero. Una truffa molto diffusa, che allo Stato è costata 20 milioni di euro. Ma chiamarli “furbetti” è di sicuro riduttivo. In effetti si tratta di delinquenti, di truffatori. Solo in provincia di Napoli sono oltre 2.400 i soggetti che avrebbero percepito illecitamente il reddito di cittadinanza. Tra le persone denunciate ci sono truffatori di anziani, scippatori, pusher, contrabbandieri di sigarette, e tanti lavoratori “in nero” . Anche un finto spazzino il quale, armato di scopa, rapinava le sue vittime la mattina presto, mentre si recavano al lavoro. Ci sono anche 75 individui con precedenti, risultati imparentati con note famiglie malavitose napoletane. Nella lista c’è anche il nome la moglie di un boss e quello di un delinquente agli arresti domiciliari che puntualmente ogni mese riceveva l’assegno.

TRA I BENEFICIARI QUALCUNO AVEVA UNA FERRARI, ALTRI UNA BARCA O UN AUTONOLEGGIO

Ad Avellino, un 70enne , convivente di un funzionario comunale, ha ottenuto i soldi dallo Stato nonostante risultasse intestatario di una Ferrari e di diversi terreni e proprietà immobiliari. A Isernia una donna, titolare di una società di autonoleggio e proprietaria di 27 autoveicoli, con false attestazioni relative alla residenza, al reddito percepito e all’attività lavorativa, ha indebitamente ottenuto il reddito di cittadinanza. A Taranto, un 71enne disoccupato, quindi in teoria legittimato a chiedere la sovvenzione, risultava però proprietario, insieme alla moglie e al figlio conviventi, di ben 17 autovetture e di una motocicletta. Casi simili sono presenti in tutte le regioni coinvolte nel blitz. I militari del Comando provinciale e del Nucleo Ispettorato del Lavoro di Napoli, in collaborazione con l’Inps, hanno passato al setaccio un elevato numero di istanze per percepire la misura di sostegno al reddito. Scoprendo così migliaia di irregolarità che hanno consentito la revoca del sussidio.

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Pippo Maniscalco