Chi ieri è passato vicino l’incrocio di via Lascaris e via Imera ha potuto vedere qualcosa di raccapricciante. Nell’aiola sotto un albero c’era un canestro che conteneva galline sgozzate e zampe di gallinacei. Ma anche, teste mozzate, piume, qualche ananas e qualche mela fra fiori e steli di erba. Come si legge oggi sul Giornale di Sicilia, si tratta di una specie di composizione che lascerebbe trasparire un rito malefico o propiziatorio. Lo afferma don Mauro Billetta, parroco della chiesa di Sant’Agnese, in zona Danisinni. Secondo la sua interpretazione l’artefice potrebbe essere un palermitano o qualcuno di altra nazionalità. Il luogo del ritrovamento è sempre popolato, e questo lascia presumere che è stata una messa in scena notturna. Una passante, di origine equadoregna, residente a Palermo da vent’anni ha commentato: «Ho visto nel marciapiede una scatola con galline squartate. Nel mio paese fatti simili sono frequenti, in ogni tribù esiste lo sciamano. Per tali pratiche sono famosi gli Tsachilas di Santo Domingo e di Esmeraldas in Equador. Qui sembra proprio fuori luogo. Sono tempi strani questi, la gente è spaesata, troppi brutti avvenimenti e il Covid ha fatto la sua parte».
Don Mauro ha spiegato: «Il ruolo della cesta potrebbe essere malefico, rivolto a una persona o, indirettamente, alla sua attività lavorativa. Oppure il contrario legato all’incrocio: il cesto volto a propiziare lo spirito delle strade per trarne un vantaggio. Ad esempio il beneficio economico per un’attività commerciale in quell’asse stradale. La natura è interetnica, di tradizione Hindu o “santeria”. Quest’ultima è una pratica magica sincretista che accoglie elementi dell’Africa o dell’America Latina. E confermerebbe il rituale propiziatorio». La polizia Municipale ha segnalato la cesta alla Rap, che in mattinata ne ha effettuato la rimozione. (Foto Giornale di Sicilia)