Ha lavorato, tra i tanti, con Pierfrancesco Favino nel film premiato Il Traditore e ha avuto un ruolo nel nuovo film de I Soldi Spicci, Un mondo sotto social. Adesso ritroveremo l’attore di cinema e teatro Matteo Contino nella seconda stagione di Incastrati 2, a lavoro con Ficarra e Picone. Per l’occasione, l’attore ha concesso una intervista esclusiva a Palermo Live.
È cominciata 27 anni fa, un po’ come tutti ho cominciato in maniera amatoriale, facendo spettacoli in un gruppo della chiesa. Un primo spettacolo è stato una storia su San Francesco, quindi qualcosa di molto religioso. Poi da lì si è sviluppato questo percorso, cominciando a fare spettacoli un po’ più corposi, fino a quando poi questa passione è esplosa del tutto. Chi mi aveva inserito in questo mondo sperava che restasse una sorta di passione, invece questa ha preso il sopravvento ed è diventato un lavoro.
Questa è una di quelle domande a cui non saprei dare una risposta precisa. O meglio, ogni cosa che ho fatto mi ha lasciato qualcosa. Sicuramente quando ho partecipato al film Il Traditore, lavorare a fianco di Favino, Lo Cascio, Fabrizio Ferracane, con la regia di Marco Bellocchio, è stata sicuramente una di quelle esperienze che più mi è rimasta a cuore perchè era uno dei miei sogni poter lavorare con queste persone. Devo dire che, sinceramente, sono stato sempre molto fortunato perchè ho avuto la possibilità di lavorare con Kim Rossi Stuart, Claudio Gioè; non per ultima l’esperienza de L’Ora, inchiostro contro piombo, con Claudio Santamaria; quindi diciamo sono stato abbastanza fortunato da questo punto di vista. Sicuramente questa è una di quelle esperienze che mi ha lasciato di più. Devo dire però che anche l’incontro con la commedia mi ha lasciato molto, nonostante lì faccia la parte del cattivo, perché a quanto pare la mia corporatura e la mia voce indirizzano le produzioni a vedermi come un personaggio cattivo nelle commedie; diciamo che il mio incontro con Ficarra e Picone è un’altra di quelle cose che credo ricorderò per sempre con immenso piacere. Perchè siamo tutti abituati a vederli in un certo modo, molto comici, molto gioviali e invece io ho potuto vedere anche un altro aspetto di loro, c’è una passione, pur nella comicità del loro lavoro, che presuppone grande serietà e dedizione. Mi ha lasciato davvero tanto. Ho fatto con loro le ultime tre produzioni: il film dei Soldi Spicci, Incastrati 2 e adesso ho appena concluso le riprese per il film di Roberto Lipari, ancora con la Tramp, casa di produzione di Ficarra e Picone e Attilio De Razza.
Una cosa che non dimenticherò mai: proprio mentre stavo girando, primo giorno di riprese, è nato mio figlio. In quel momento io cercavo di avere delle notizie, però avevo un costume addosso degli anni ’70, il cellulare non potevo certo tenerlo addosso. Ho chiesto a una truccatrice di tenere il mio cellulare e di avvisarmi qualora fosse successo qualcosa. Tra un ciak e l’altro l’ho vista dimenarsi, sono corso da lei e ho visto dal cellulare la prima foto di mio figlio, chiaramente sono scoppiato in lacrime. In quel momento hanno proprio bloccato il set perchè si è fermato Pierfrancesco, si è fermato Gigi e lo stesso Marco Bellocchio e cercavano di consolarmi, perché io ero chiaramente in un pianto disperato. E io li guardavo e pensavo: “È la cosa più bella che mi poteva capitare”. Questo soprattutto per la nascita di mio figlio e forse l’unico vero dispiacere è stato quello di non essere lì presente. Però, come diceva Gigi Lo Cascio, alla fine questa è una bella storia che racconterò a mio figlio quando sarà grande, fare un film con un tale riscontro e aver fatto parte di quel progetto è stata una cosa fenomenale. E poi l’altra cosa fenomenale è l’umanità che mi hanno dimostrato, sia Gigi che Pierfrancesco che Marco, nell’abbracciarmi e farmi gli auguri insieme a tutto il set e trovarmeli lì a gioire con me di questa notizia è stato bellissimo. Questo penso sia stato il momento più alto nella mia esperienza ne Il Traditore.
Il mio ingresso nel cast di Incastrati è avvenuto dopo aver fatto il film con I Soldi Spicci, con la regia di Claudio e Anna e in quel momento erano presenti anche Salvo e Valentino, che mi hanno visto e mi hanno contattato. Un giorno mi arrivò per l’appunto una chiamata di Giovanni Calvaruso che mi ha detto: “Valentino e Salvo ti vorrebbero parlare”. Io, naturalmente, ero un po’ in tensione. Loro sono stati straordinari, mi hanno accolto benissimo alla Tramp Production e mi hanno detto: “Ci sei piaciuto molto nel film dei ragazzi. Vorremmo farti fare un personaggio”. La cosa più bella che mi dissero fu: “Noi abbiamo scritto questo personaggio dopo che abbiamo visto il tuo personaggio ne Il mondo sotto social”. Quindi l’hanno scritto su di me, non ho fatto un provino. Questo è stato per me meraviglioso.
Il ruolo del cattivo credo che ad oggi sia stato quello che più ho fatto in vita mia. Quasi sempre ho ricoperto il ruolo del cattivo, un po’ per fisicità e per la voce, un po’ perchè forse con la mia espressione naturale sembro sempre accigliato, non so, questa è una cosa che cercherò di capire; mi viene sempre dato il ruolo del cattivo. La sensazione che mi dà ricoprire questo ruolo in generale, che sia fatto per film un po’ più “seriosi”, per così dire, o per commedie, è sempre quella: è proprio bello. È sempre intrigante fare il cattivo. Credo che secondo me, nel mio panorama delle conoscenze cinematografiche, quello da cui mi sento più attratto è il cattivo, anche perché il buono spesso deve essere belloccio, ecco, ed io non ho questa caratteristica, quindi mi va bene il cattivo! Ti dà quella possibilità di gioco meravigliosa, ti dà la possibilità di essere in qualche modo nebulotico, mellifluo, sono figure che a me piacciono molto, sia a teatro che al cinema.
Preferisco il palco dove ci sia la possibilità di creare, che sia cinema o teatro poco importa. Sicuramente la macchina cinematografica è molto più rapida, dove magari se hai ruoli più piccoli ti dà meno possibilità di capire la storia, perchè vieni chiamato magari per le tue parti, ti spiegano velocemente cosa è successo prima e cosa succederà dopo e lì vai a fare un lavoro quasi estemporaneo. In teatro hai sempre la possibilità di conoscere tutta l’opera, vederla, farla crescere in te, sentire le vibrazioni dei personaggi. Ecco forse questo è l’aspetto più bello del teatro. È più artigianato. Lo dico sempre ai miei allievi quando faccio i corsi: scoprire l’arte dell’artigianato, quella voglia di far finta di, è fondamentale. Certamente al cinema ti rendi conto di quante cose realmente false ci sono sul set, come il momento in cui in scena stai parlando con un altro personaggio e magari quest’ultimo non ce l’hai neanche davanti. Mi è successo, per esempio, in una posa del film di Roberto Lipari con Leo Gullotta. In realtà il controcampo mio è stato fatto in un momento in cui Leo Gullotta non c’era, quindi guardavo il nulla. Sono due codici diversi, ma straordinari. Penso che portarli avanti entrambi sia l’unico consiglio che posso dare a tutti, se si ha questa possibilità.
Non c’è una cosa che posso consigliare in particolare. Posso dire che l’unica vera soluzione al mondo e non solo al cinema è studiare. Bisogna avere menti pensanti e avere un senso critico alto, che sia cinema, teatro o qualsiasi altro lavoro. La forza dello studio, dell’avere voglia di imparare sempre, è fondamentale. Il cinema e il teatro sono mondi belli e difficili, non per tutti, perchè non tutti, checchè se ne dica, possono fare teatro e cinema. Lo studio rimane l’unica soluzione per fare tutto. Questo è il consiglio che voglio dare ai tuoi lettori: studiate, cercate di capire cosa quel mondo ci può dare e cosa non ci può dare per evitare di perdere tempo e andare verso la giusta direzione per ognuno.
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