Il fenomeno degli incidenti, in Sicilia, si palesa con forza ed orrore ogni anno funestando la bella stagione. Anzi, questa volta le fiamme sono in anticipo rispetto la loro, indesiderata, visita. Le macchie verdi della vecchia Trinacria subiscono puntualmente il giogo dei roghi che distruggono, sempre più, ettari ed ettari di prezioso verde uccidendo flora e fauna locale. In questi ultimi giorni, la cronaca è stata monopolizzata dagli incendi divampati attorno alla città metropolitana di Palermo: da mercoledì, canadair e diverse squadre di vigili del fuoco sono in azione per cercare di spegnere i focolai. Il Wwf Sicilia ha espresso tutto il suo sgomento per la sitazione attuale auspiacando nuove misure di controllo.
Uno scempio che si ripropone ogni anno. Un rito da cancellare al più presto: per la natura, per gli animali che vivono nei boschi e, soprattutto, per il benessere comune. Gli incendi che devastano, puntualmente, le macchie verdi della Sicilia sono diventati una piaga sociale da arginare a tutti i costi. Il Wwf Sicilia, dopo gli episiodi attorno a Palermo, alza la voce auspicando maggior controlli da parte dello Stato. Ecco le parole che compongono il comunicato dell’associazione naturalistica:
“Al sopraggiungere di previsioni favorevoli ai criminali del cerino – sottolineano dal Wwf Sicilia – bisogna far scattare una ‘allerta meteo’ predisponendo la localizzazione diretta di maggiori mezzi ed uomini e un dispositivo di controllo più stretto, con blocchi stradali e appostamenti in punti strategici, anche come deterrente per i criminali. Con l’ausilio degli organi dello Stato, inoltre, si ritiene indispensabile la messa a punto di una costante operazione di intelligence e controllo del territorio, utilizzando l’enorme potenziale costituito dalle caserme dei carabinieri sparse nel suolo nazionale, ora che l’Arma ha inglobato anche il Corpo Forestale nazionale. Anche se apparentemente le misure proposte potrebbero sembrare eccessive e molto costose – si legge nell’appello del Wwf Sicilia – riteniamo che occorra arrivare ad un drastico cambio di rotta per debellare questo ormai abituale, terribile e triste fenomeno. I costi economici della perdita di capitale naturale, dei servizi ecosistemici del benessere e della salute umana sono estremamente più onerosi come oggi è universalmente riconosciuto da tutti gli economisti mondiali e recepito nella svolta verde delle Nazioni Unite (Green Deal Europeo). Solo con misure drastiche ed eccezionali si può porre fine o comunque ridimensionare questa criminale tendenza che negli anni sta diventando sempre più preoccupante”.