«L’auto di Viviana andava a 100 all’ora», il furgone ha agganciato lo pneumatico dell’Opel

Continuano tutti gli accertamenti che tendono a fare chiarezza sulle cause e sulle dinamiche che hanno provocato la morte di Viviana Parisi e Gioele Mondello. All’istituto di Medicina legale di Messina continua l’esame della mascella del bimbo e si continuerà con l’analisi del cranio, che potrebbero dare qualche risposta. Su un altro versante contunano gli accertamenti sulla dinamica dell’incidente stradale, considerato l’elemento scatenante della tragedia sviluppatasi il 3 agosto.

LA RICOSTRUZIONE DELL’INCIDENTE FATTA DALLA POLIZIA STRADALE

Dopo 43 giorni i periti nominati dalla Procura ed i consulenti di parte hanno potuto mettetre a confronto i due mezzi coinvolti nell’incidente, per ricostruire la dinamica del sinistro. Secondo la ricostruzione della Polizia Stradale al metro 543 del km 117, sono state individuate due tracce di frenata parallele tra loro, lunghe circa due metri, lasciate dalla Opel della dj L’impatto tra l’auto ed il furgone, dovrebbe essere avvenuto 20 metri dopo, al metro 563. E 23 metri più avanti, si è registrato un secondo punto di impatto, e il furgone, ha colpito  il marciapiede, vi è salito  sopra e ha  lasciato una strisciata di colore lungo la parete della galleria di 2,20 metri, a circa 50 cm di altezza. Sempre  secondo la ricostruzione della Polizia, Viviana ha abbandonato la vettura a 24 metri dall’uscita della galleria e si è allontanata a piedi con Gioele.

LE DEDUZIONI DEL PERITO DELLA FAMIGLIA

Alla luce di questi rilievi, secondo l’ingegnere Giuseppe Monfreda, consulente della famiglia Parisi, l’impatto è stato di media entità, tanto da scatenare delle accelerazioni inerziali, all’interno del veicolo, tali da spostare i corpi non cinturati, come quello di Gioele, che non si trovava sul seggiolino. Il consulente  ha inoltre precisato: «Possiamo stimare che la Opel procedesse a 100 km orari ed il furgone a 80-90 km. Per qualche tempo i due veicoli sarebbero rimasti agganciati tra loro. Dalle perizie è infatti emerso che lo pneumatico anteriore destro della Opel si è disarcionato, e si è rotto il braccetto dello sterzo, Per un periodo stimato fra i 4 e i 5 secondi, i mezzi sono rimasti attaccati.

Quando il camion è stato direzionato verso il marciapiede ed ha perso energia cinetica, la vettura si è staccata e si è fermata più avanti. Proprio in questo momento gli occupanti della Opel sarebbero stati sbalzati all’interno dell’abitacolo della vettura, Non escludo che a seguito dell’impatto, il bimbo potrebbe avere sbattuto la testa, nelle parti rigide del veicolo. Un bimbo del peso di 20 kg, viene sbalzato di più rispetto ad un adulto di 60-70 kg»

».  

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Pippo Maniscalco