Home Salute e Famiglia La truffa dei tamponi falsi potrebbe avere favorito il diffondersi di focolai

La truffa dei tamponi falsi potrebbe avere favorito il diffondersi di focolai


Pippo Maniscalco

Una infermiera ha rubato i tamponi dall'ospedale San Paolo di Civitavecchia e il compagno è andato a eseguirli a un gran numero di persone a pagamento, dando poi finti referti

L’indagine è iniziata il mese scorso, quando nella ditta romana di pulizia la “Rapida”, su incarico del titolare si è recato un medico per eseguire tamponi ai lavoratori dell’azienda. Gli esami furono  effettuati, e poco dopo arrivarono anche i risultati: tutti negativi. Ma nei referti c’era una postilla che ha preoccupato una lavoratrice, che  si è  rivolta all’ospedale Spallanzani per avere chiarimenti. Il nosocomio l’ha subito informata che il responso non era stato redatto da loro, e l’ha indirizzata  verso la ASL Roma4. Anche qui  hanno riscontrato che non era un loro esame,  si sono  insospettiti ed hanno avvertito i carabinieri.

FALSI TAMPONI A PAGAMENTO

Così si è scoperto che un’infermiera ha prelevato  gli stick, quelli utilizzati per fare i test alle persone prima del ricovero, dall’ospedale San Paolo di Civitavecchia, dove tuttora lavora. Poi li ha consegnato al suo compagno, che,  spacciandosi per medico,  ha effettuato finti tamponi a pagamento ad un prezzo inferiore rispetto allo standard dei privati. Sempre il compagno poi, ha stilato i referti, prendendo a modello quelli dell’ospedale Spallanzani. Ovviamente i risultati dei tamponi erano tutti negativi.

LE INDAGINI

Adesso gli investigatori stanno cercando di capire se tra le persone alle quali è stato fatto il finto test, che al momento tra le 30 e le 35, c’è anche qualche positivo. Dall’indagine emerge che il sistema della coppia potrebbe andare avanti da aprile scorso e quindi le persone “testate” potrebbero essere molte di più. La casa della coppia è stata perquisita e i carabinieri di Civitavecchia e i Nas di Roma hanno trovato stick di tamponi, ma anche garze, lacci emostatici e medicinali di vario tipo. Tutto materiale che la Asl di Civitavecchia ha riconosciuto come proprio. Nelle ultime 48 ore, i carabinieri e i Nas di Roma hanno fatto una cinquantina di chiamate tra Roma e Civitavecchia con il sospetto che possano essere state sottoposti da finti tamponi da parte della coppia.

POTREBBERO AVERE FAVORITO IL DIFFONDERSI DEL CONTAGIO

L’ipotesi di reato al momento è di concorso in falsità materiale, sostituzione di persona ed esercizio arbitrario della professione medica. Ma i capi di imputazione potrebbero estendersi ancora perché con il  comportamento della coppia  potrebbero aver causato un diffondersi del contagio e di conseguenza un aumento di casi di Covid 19.

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