Infarto sul volo per Parigi: 32enne salvato da tre infermieri e un’oss

I quattro sono stati allarmati dal russare del giovane nella fila dietro alla loro: “Quel respiro pesante lo riconosciamo subito, non è un normale ronfare del sonno”

diarrea

Un giovane di 32 anni viene colto da un infarto mentre si trova su un volo per Parigi. Questa la drammatica vicenda che si trovano ad affrontare tre infermieri e un’oss di Cardiologia dell’ospedale di Chioggia, anch’essi passeggeri del medesimo volo.

Si tratta degli infermieri Katia De Bei, Riccardo Baldo e Gina Valentino, e dell’operatrice socio sanitaria Tiziana Cavallarin. Nonostante si affidino all’assegnazione casuale per i posti, i quattro finiscono tutti nella fila 16. Intorno alle 6.45, a circa mezz’ora dal decollo, si accorgono che qualcosa non va nel passeggero seduto nella fila 17.

“Ci giriamo tutti e quattro verso il giovane. Poi ci scambiamo uno sguardo d’intesa. Quel respiro pesante lo riconosciamo subito, non è un normale ronfare del sonno”. Così spiega Baldo. Quella che poteva apparire come una normale pennichella in aereo, in realtà, nascondeva una situazione ben più grave.

Il ragazzo non risponde infatti ai richiami. “Non sentiamo il polso, il respiro è debolissimo e capiamo che è in arresto cardiaco”. Si passa così al massaggio cardiaco esterno, mentre con l’aiuto di un altro passeggero si riesce a stendere il paziente nel corridoio.

Il lavoro di squadra ha la meglio: De Bei strappa la camicia del giovane, Valentino allerta l’assistente di volo e chiede defibrillatore e forbici, Cavallarin rassicura i passeggeri. Nonostante i primi momenti di sconforto, dopo una decina di minuti, il cuore ricomincia a battere. Il 32enne si riprende dunque, mentre i quattro sanitari continuano a monitorare i parametri vitali e la pressione fino all’arrivo a Parigi. Lì lo attendono i medici e gli infermieri del pronto intervento.

“Orgoglioso per la mia équipe, che senza saperlo è passata da una corsia di lavoro all’altra, a ricordarmi che le vite e i cuori si salvano ovunque, non solo in ospedale”. Così dichiara il primario di Cardiologia di Chioggia Roberto Valle.

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