“Si esce di casa per dare aiuto, ma si ritorna chiedendo aiuto. Cose gravissime così non devono accadere a nessuno”. Inizia così il lungo sfogo della figlia dell’infermiera aggredita da un paziente a Policlinico di Palermo.
A distanza di pochi giorni, una nuova aggressione a un operatore sanitario nel capoluogo. La vittima è un’infermiera professionale di 57 anni del reparto di Rianimazione, aggredita da un paziente che era in attesa di essere trasferito.
L’aggressione è avvenuta intorno alle 19.30 di venerdì 2 febbraio: il paziente ha colpito la donna con un oggetto contundente procurandole delle ferite al viso e alla testa. “Non si è trattata della classica aggressione, ovvero di pazienti o parenti che entrano in reparto, ma di un paziente critico in fase di svezzamento respiratorio, nel reparto di terapia intensiva, che non collaborava al piano di assistenza respiratoria fatto da medici e infermieri – spiega il dottor Antonino Giarratano, direttore del dipartimento emergenza urgenza del Policlinico -. Una infermiera, cui va tutta la mia vicinanza, estremamente educata e professionale, per evitare problemi al paziente ha tentato di convincerlo che doveva tenere la mascherina e che non poteva essere dimesso, ricevendo per tutta risposta l’aggressione al volto. Medici e infermieri di turno hanno spiegato tutto alla vigilanza e alla polizia intervenuta, abbiamo soccorso e refertato l’infermiera, che farà probabilmente denuncia a propria tutela”.
“Non meritavi di essere aggredita, tu come chiunque altro esce di casa per andare a lavorare e torna/non torna o torna irriconoscibile (piena di ematomi dopo un turno stremante in terapia intensiva). Dopo 30 anni di servizio è accaduta una cosa ingiustificabile e assurda. Una cosa gravissima. Una cosa irripetibile rispetto a chi si assume responsabilità, quasi sempre, più grandi di quelle che sono le capacità”, scrive la figlia dell’infermiera aggredita sul proprio profilo Facebook.
“Sei alta 1,55cm ma sei una forza della natura. Ringrazio qualunque cosa ci sia da ringraziare per avermi dato te come mamma. Grazie di esserci, prima di tutto come madre, poi come padre, come sorella, come amica. Grazie di essere il pilastro fondamentale della nostra “sofferente” famiglia. Grazie soprattutto dei sacrifici che fai per tutti noi lavorando 48 ore su 24 ore. Sei stata la vittima di un’aggressione ingiustificata e spero che mai accada a nessuno. Forza siamo tutti con te. Sei una forza della natura”.