Inps cambia le pensioni, queste si stanno trasformando in assegni sociali: ti tolgono un sacco di soldi | Controlla gli elenchi
Pensionati a rischio povertà, l’assegno sarà sempre più magro e in molti si troveranno in difficoltà
Il sistema pensionistico in Italia è in forte affanno a causa di alcuni elementi oggettivi. L’invecchiamento della popolazione, con pochi nati, molti anziani e un apporto migratorio insufficiente a compensare il calo demografico, rappresenti un fattore di rischio per i sistemi pensionistici europei, in particolare per quello italiano, tra i più generosi d’Europa. L’Italia, infatti, registra un’età mediana più alta (48,4 anni) e un tasso di fecondità più basso (1,24 figli per donna) rispetto alla media europea, mentre la speranza di vita continua ad aumentare.
I pensionati vivono in un profondo disagio. Le loro pensioni sono sempre più “povere”, corrose dalla ripresa dell’inflazione e così il potere d’acquisto si assottiglia in maniera drammatica. I servizi sociali sono totalmente insufficienti, soprattutto nelle zone rurali. Le liste d’attesa nella sanità sono diventate una vera e propria odissea, mentre sono scarse le risorse per la non autosufficienza. I trasporti sono inadeguati. Servono subito, quindi, immediati interventi per dare valide garanzie agli anziani che ormai rappresentano una delle fasce più deboli della società.
A gennaio 2025 entreranno in vigore i nuovi coefficienti di trasformazione. Una penalizzazione che si somma alla mancata riforma della legge Fornero. Anche la previdenza tra i motivi dell’ultimo sciopero generale. Per le pensioni arriva il regalo di fine anno. A partire dal 1° gennaio 2025, infatti, entreranno in vigore i nuovi coefficienti di trasformazione per il calcolo contributivo degli assegni. L’aggiornamento arriva ogni due anni ed è stato previsto dalla legge Dini del 1996 e poi peggiorato dal governo Berlusconi con il decreto legge 78/2010 che ha introdotto l’adeguamento biennale dei requisiti di accesso al pensionamento e dei coefficienti di trasformazione in funzione dell’aspettativa di vita.
Il mercato del lavoro italiano ha mostrato, dopo la crisi pandemica, un progressivo e costante aumento del numero di occupati dall’inizio del 2021 e un tasso di occupazione arrivato al 62,2 per cento, alla crescita del numero di occupati fa da contrappeso la continua diminuzione della popolazione in età lavorativa. L’età media di accesso alla pensione in Italia, grazie alla possibilità di uscire in anticipo rispetto all’età di vecchiaia, è di 64,2 anni. Con disparità di trattamento tra uomini e donne.
La trasformazione delle pensioni di invalidità in assegno sociale
Con il compimento dei 67 anni, molti titolari di pensione di invalidità civile vedono il loro trattamento trasformarsi automaticamente in assegno sociale, secondo quanto stabilito dalla normativa vigente. Questo passaggio riguarda i beneficiari di assegno mensile, pensione di invalidità e pensione non reversibile per sordi. Per accedere all’assegno sociale, è necessario rispettare alcuni requisiti fondamentali: oltre all’età minima, il beneficiario deve rientrare nei limiti di reddito stabiliti annualmente, possedere la cittadinanza italiana o comunitaria (o un permesso di soggiorno di lungo periodo per gli extracomunitari) e dimostrare una residenza continuativa in Italia per almeno 10 anni.
Nel 2024, l’età minima per ottenere l’assegno sociale resta fissata a 67 anni, senza variazioni legate all’aspettativa di vita, come confermato dall’INPS nella circolare n. 1 del 2 gennaio 2024. Questo significa che la trasformazione avviene dal mese successivo al compimento dell’età richiesta, mantenendo invariati i criteri di accesso rispetto al 2023. La procedura automatica è garantita solo se i dati reddituali del beneficiario sono presenti nei database dell’INPS, consentendo un calcolo rapido e preciso dell’importo spettante.
Cosa succede in caso di mancanza di dati reddituali
In assenza di dati reddituali nelle banche dati dell’INPS, la trasformazione della pensione di invalidità in assegno sociale avviene comunque. Tuttavia, l’importo calcolato è privo degli aumenti previsti dalle Leggi 448/1998 e 488/1999. Questo significa che il beneficiario potrebbe percepire un assegno sociale neutro, cioè calcolato sulla base del reddito minimo accertabile. È quindi importante verificare la corretta registrazione dei dati economici per evitare discrepanze nell’importo percepito.
La trasformazione della pensione di invalidità in assegno sociale è un processo automatico che mira a garantire continuità assistenziale. Tuttavia, il sistema è fortemente dipendente dalla completezza dei dati registrati nei sistemi dell’INPS. I beneficiari e i loro familiari dovrebbero assicurarsi che tutte le informazioni richieste siano aggiornate e corrette per evitare ritardi o importi inferiori a quelli previsti dalla legge. Questo sistema, pur efficace, richiede una maggiore consapevolezza da parte degli interessati per assicurare il massimo supporto possibile.