Inquinamento, Legambiente boccia molte città italiane: Palermo da bollino rosso

Palermo voto zero, come diverse metropoli italiane. Lo smog è insostenibile e crea diversi problemi alla vivibilità dei cittadini

Il lockdown ha dato “respiro” alla Terra. Con il blocco totale che ha costretto le persone a rimanere barricate dentro casa, lo smog si è praticamente azzerato portando la soglia d’inquinamento a livelli ottimali che, mai, si erano registrati. Soprattutto nelle grandi metropoli italiane. Una soluzione drastica (e non voluta) che ha reso l’aria respirabile. Questa consapevolezza, però, entra in aperto contrasto con il nuovo rapporto che Legambiente ha diramato nel periodo che va dal 2014 al 2018: in questi anni, infatti, il tasso d’inquinamento di molte città italiane, tra le quali Palermo, era a livelli critici. I dati, analizzati per un periodo quinquennale, inchiodano il capoluogo siciliano con un voto che dovrebbe far riflettere il Comune e Leoluca Orlando, sindaco della città. Zero in pagella: è questo il verdetto degli studi. La qualità dell’aria che si respira a Palermo, infatti, risulta nociva per i cittadini che, costantemente, respirano smog ed inquinamento. Un vero problema che rende, sotto questo aspetto, invivibile una delle città più grandi del nostro Paese. Gli anni che hanno preceduto il lockdown si sono caratterizzati per lo smog, mentre all’interno del blocco totale la situazione era completamente cambiata, con livelli d’inquinamento sotto la soglia di pericolo. Dati, questi, che potrebbero incanalare le giuste contromisure per presente e futuro.

PALERMO IN “BUONA” COMPAGNIA

Palermo, però, non è la sola città italiana ad aver ottenuto la bocciatura totale da Legambiente: insieme al capoluogo siciliano, infatti, ci sono TorinoRomaMilano e Como con voto pari a zero. Legambiente inchioda la vivibilità dei centri urbani italiani: “Solo il 15% delle città ha raggiunto nei cinque anni un voto sufficiente – si legge – Sassari (voto 9), Macerata (voto 8), Enna, Campobasso, Catanzaro, Grosseto, Nuoro, Verbania e Viterbo (voto 7), L’Aquila, Aosta, Belluno, Bolzano, Gorizia e Trapani (voto 6)”. Tale rapporto è stato presentato alla vigilia dell’entrata in vigore delle misure antismog in diverse aree del Paese sulla base dell’accordo per le zone del bacino padano. Sono state analizzate 97 città grazie a un confronto delle concentrazioni medie annue delle polveri sottili (Pm10 e Pm2,5) e del biossido di azoto (NO2).

LE PAROLE DEL DIRETTORE GENERALE DI LEGAMBIENTE

Ecco le dichiarazioni, in merito ai risultati emersi, di Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente: “Per tutelare la salute delle persone bisogna avere coraggio e coerenza definendo le priorità da affrontare e finanziare. Le città sono al centro di questa sfida. Inoltre serve una politica diversa che non pensi solo ai blocchi del traffico e alle deboli e sporadiche misure anti-smog. Il governo italiano, grazie al Recovery fund, ha un’occasione irripetibile per modernizzare davvero il Paese, scegliendo la strada della lotta alla crisi climatica e della riconversione ecologica dell’economia italiana – continua Zampetti – non perda questa importante occasione e riparta dalle città incentivando l’utilizzo dei mezzi pubblici, potenziando la rete dello sharing mobility e raddoppiando le piste ciclopedonali”.

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