Sarà il Tribunale di Cremona a decidere, nei prossimi giorni, il destino lavorativo di Maria Falbo. La donna, un’insegnante, è stata esclusa dalle graduatorie e dall’immissione in ruolo a causa del mancato funzionamento della piattaforma on line del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca.
Una falla per la quale la docente ha fatto ricorso alla magistratura, assistita dal sindacato CSLE Scuola, attraverso l’avvocato Tiziana Le Mura. Tecnicamente, si tratta di un ricorso ex articolo 700 del Codice di Procedura Civile.
Per Maria Falbo, lo scorso 9 agosto era giunto il momento di scegliere la provincia per il ruolo, dopo avere lavorato per ben diciotto anni alle dipendenze del MIUR. Connessasi alla piattaforma ministeriale e cliccando negli spazi delle istanze on line da compilare, non è riuscita tuttavia a completare l’operazione. Nessuna pagina, inizialmente, si apriva.
“Dopo vari tentativi – si legge nel ricorso – si apriva finalmente una schermata che consentiva di scegliere sia la provincia che la tipologia di posto”. Quasi immediatamente, la donna aveva ricevuto una mail da parte del Ministero dell’Istruzione, a conferma della richiesta andata a buon fine.
“Tuttavia – si legge ancora nel ricorso- era impossibile aprire il documento in formato pdf in allegato, poichè apparivano una schermata bianca e la chiusura della connessione con errore server 505”. A questo punto, la docente aveva deciso di accedere alle proprie istanze on line nell’archivio: la sua domanda era effettivamente presente.
Giorni dopo, precisamente il 21 agosto, data fissata per la compilazione della scelta delle sedi da parte dei docenti di ruolo, accedendo al sistema delle istanze on line del MIUR, l’amara sorpresa.
Consultando il proprio archivio, Maria Falbo leggeva di una sua rinuncia al ruolo a Cremona sulla tipologia di posto AAAA.
Una rinuncia inesistente, frutto di un malfunzionamento del sistema: l’interessata non aveva alcun motivo per dire no al ruolo, anzi.
“È chiaro che la situazione assurda in cui si trova l’insegnante – si legge nella parte conclusiva del ricorso – è solo conseguenza del cattivo funzionamento del sistema”.
Non è mai stata espressa, infatti, alcuna volontà di rinuncia.
In sintesi, la più grave conseguenza dell’elaborazione errata del sistema è stata il depennamento dell’insegnante. Maria Falbo è stata esclusa di fatto dalla graduatoria ad esaurimento della scuola per l’infanzia della provincia di Cremona.
Tocca ora alla sezione Lavoro del Tribunale della città lombarda stabilire se esistano le condizioni per restituire all’insegnante una preziosa occasione andata in fumo per negligenze delle quali è incolpevole.