Ci risiamo. Ci risiamo ancora una volta, e a distanza di poco tempo, con gli insulti al Presidente palermitano della Repubblica, Sergio Mattarella. Il nuovo incendio divampa proprio nel giorno della festa del 2 giugno, si diffonde sui social e coinvolge, ancora oggi, la politica del nostro Paese. La miccia che ha innescato la bufera è stata una registrazione di un’operatrice di Globalist, che ha immortalato l’audio di un militante di centrodestra impegnato a sentenziare che “la mafia ha ucciso il fratello sbagliato”.
“PATRIOTI COL TRICOLORE”
E ciò che “preoccupa”, e scuote oggi molte delle più alte cariche dello Stato, è la certezza – come ha sottolineato proprio Globalist – che a pronunciare la frase incriminata (già utilizzata in passato) sia stato uno dei “sedicenti patrioti e sovranisti, incaricati di tenere il tricolore sfilando”.
Il fiume dell’indignazione ha bagnato un po’ tutti, e le “distanze” sono state prese in modo bipartisan. “Non è mia abitudine – ha detto il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio – esprimere opinioni o giudizi sui cortei. Ritengo che ognuno abbia la libertà, sempre, di manifestare le proprie opinioni, e pacificamente. Ma bisogna abbassare i toni e la politica, per prima, deve poter dare il buon esempio”.
INDIGNAZIONE BIPARTISAN
Parole che da Federico D’Inca, ministro per i Rapporti con il Parlamento, vengono bollate come “indegne”: “Le offese arrivate al Presidente della Repubblica nel giorno della festa del 2 giugno da certa destra scesa in piazza oggi, sono indegne – ha detto – e qualificano negativamente sia gli autori sia chi non prende le distanze tra gli organizzatori. Il Paese ha bisogno di coesione e serietà”.
Dure anche le parole di Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia. Parole, quelle pronunciate a Roma, che vegono definite “offensive, e che Fratelli d’Italia condanna senza se e senza ma, che non condividiamo in nessun modo e dalle quali prendiamo fermamente le distanze”.
Il Presidente della Repubblica venne preso di mira sui social nel 2018, e la Procura aprì un’inchiesta. In particolare, il Capo dello Stato venne insultato e minacciato sui social network, con “haters” che vennero accusati di “attentato alla libertà, offesa all’onore e al prestigio del Presidente della Repubblica e istigazione a delinquere“.