Una insegnante di latino e greco del liceo Caccioppoli di Scafati, nel Salernitano. ha messo in pratica un’idea alquanto bizzarra. Non contenta del disagio che comportano le lezioni a distanza, ha pensato di mettere in pratica la “dad bendata”, ovvero le interrogazioni a distanza con tanto di benda sugli occhi degli alunni. L’obiettivo della docente era quello di evitare che i suoi alunni, durante le interrogazioni, potessero sbirciare sui libri, leggendo le risposte alle sue domande, falsando, quindi la verifica. La cosa sarebbe rimasta relegata tra lo stupore delle mura domestiche, se i genitori dei malcapitati, piuttosto impauriti dalle eventuali ritorsioni della prof in caso di lamentele, non si fossero rivolti al preside della scuola in questione per chiedere “lumi”.
POLEMICHE, CRITICHE E UNA INTERROGAZIONE ALL’ASSESSORE
Da qui la vicenda è finita all’attenzione del sito cronachedellacampania.it, con notevole indignazione tra i lettori, certi di essere all’improvviso finiti in un’altra epoca scolastica. Altre polemiche sono scaturite anche da un post su Facebook del presidente del movimento civico “Prima i cittadini” Mariano Iodice, il quale ha espresso parole dure per la scelta operata nell’istituto scolastico di Scafati. Infine l’accaduto è arrivato anche sui tavoli degli uffici della Regione Campania, con tanto di interrogazione all’assessore regionale.
IL PRESIDE HA MINIMIZZATO
Domenico D’Alessandro, il preside del liceo Cacciopoli, ha detto di aver parlato già con l’insegnante di greco e latino, che il fatto ha riguardato soltanto due studentesse, e che «si trattava di un esempio per dimostrare ai ragazzi che non hanno bisogno di sbirciare».