Ieri il presidente ucraino Volodymyr Zelensky per la prima volta dall’inizio della guerra ha rilasciato un’intervista a giornalisti russi, che hanno promesso di pubblicare l’intera conversazione senza censure. Da quando il 24 febbraio scorso è iniziato il conflitto, non era ancora successo. L’incontro dei quattro giornalisti russi indipendenti si è svolto su Zoom. Oltre al presidente ucraino, sullo schermo c’erano: Ivan Kolpakov, caporedattore della testata online russa Meduza; Tikhon Dzyadko, caporedattore del canale televisivo Dojd; Mikhail Zygar, scrittore e giornalista; Vladimir Solovyov, corrispondente di Kommersant. La conversazione è durata due ore. L’annuncio dell’intervista è arrivato a sorpresa, fino all’ultimo le stesse autorità russe non ne erano al corrente.
Non appena però si è diffusa la notizia dell’intervista, dalla capitale russa è arrivato il monito alle testate coinvolte, così come alle altre testate, di non pubblicare i contenuti della conversazione. Ma il canale Twitter di Meduza ha pubblicato il link che rimanda al video con l’intervista a Zelensky.
In uno dei primi passaggi dell’intervista, il presidente ucraino dice: «Ci sono stati vari tentativi di eliminarmi molti sabotatori russi sono presenti qui a Kiev». Secondo Zelensky, il Cremlino avrebbe prima tentato di eliminarlo politicamente, successivamente sarebbe arrivata l’idea di eliminarlo fisicamente. In uno dei primi passaggi ha voluto far sapere in Russia le preoccupazioni sulla sua integrità fisica mentre parla da Kiev.
Un capitolo importante è stato dedicato all’attacco alla propaganda russa. In proposito Zelensky ha dichiarato: «Non permettono di rimandare indietro i corpi dei soldati russi uccisi. Questo probabilmente per non far sapere quello che realmente sta accadendo qui». È apparso palese come uno dei suoi obbiettivi era quello di smontare la narrativa bellica operata fino ad oggi in Russia.
Per far sapere ai russi cosa sta davvero succedendo in Ucraina, superando la ricostruzione russa, il presidente ucraino ha parlato di Mariupol. «Questa città ─ ha detto ─ sta vivendo un dramma umanitario. La città è bloccata dall’esercito russo. Tutti gli ingressi e le uscite dalla città sono bloccati. Il porto è minato. Risulta impossibile arrivarci con cibo, medicine e acqua, anche per il fuoco dei militari russi sui convogli umanitari, con i conducenti che vengono uccisi. Molti dei carichi sono stati ripresi». Ha chiamato poi “eroi” i difensori di Mariupol. «Con loro ─ ha aggiunto ─ mi sento ogni giorno─. Zelensky ha voluto far sapere che esistono città distrutte e che i raid non riguardano soltanto obiettivi militari. La Cnn, inoltre, citando l’intervista del presidente ucraino con i giornalisti indipendenti russi, ha evidenziato che Zelensky ha accusato le forze russe di aver portato via da Mariupol oltre 2mila bambini. «La loro posizione esatta è sconosciuta ─ ha detto ─. Possono essere lì con o senza genitori. E’ spaventoso. Li tengono come merce di scambio».