Invalidità civile, te la concedono solo se sei più di là che di qua: ecco come fare a fregarli

Per ottenere l’assegno di invalidità bisogna avere delle patologie molto gravi e poterle certificare, ecco chi ne ha diritto

L’indennità di accompagnamento è un sostegno economico erogato dall’INPS per le persone con invalidità totale (100%) che necessitano di assistenza continua. Questo contributo, previsto dalla Legge 18/1980 e dalla Legge 508/1988, non è legato al reddito del richiedente, ma esclusivamente alle sue condizioni di salute.

Per accedere all’indennità di accompagnamento, è necessario che l’interessato si trovi in una delle seguenti situazioni: incapacità totale di deambulare senza l’aiuto di un accompagnatore; impossibilità di svolgere autonomamente gli atti quotidiani della vita, come vestirsi, nutrirsi o mantenere l’igiene personale. Questi requisiti devono essere certificati dalla commissione medico-legale dell’ASL e dell’INPS.

Un errore comune è credere che qualsiasi difficoltà nella deambulazione garantisca il diritto all’indennità di accompagnamento. In realtà, la giurisprudenza ha chiarito che il beneficio spetta solo a chi non può camminare autonomamente in alcun modo. L’uso di un bastone, di un deambulatore o l’assistenza occasionale di un’altra persona non sono condizioni sufficienti per ottenere l’assegno.

Esistono due condizioni diverse che vengono valutate per la concessione dell’indennità: Difficoltà di deambulazione: la persona può camminare, anche con fatica o con ausili, e potrebbe ottenere altri benefici, come il riconoscimento di un’invalidità parziale o l’esenzione dal ticket sanitario. Incapacità totale di deambulare: il soggetto non può camminare autonomamente e ha bisogno di un aiuto costante per spostarsi. In questo caso, l’indennità viene riconosciuta.

L’importanza dell’assistenza continua

Oltre all’incapacità di camminare, un altro criterio essenziale è la necessità di assistenza costante per compiere gli atti quotidiani. Se una persona, pur con difficoltà, riesce a svolgere alcune attività in autonomia, la richiesta di accompagnamento potrebbe essere respinta.

La Corte di Cassazione ha più volte confermato questa interpretazione. Con la sentenza n. 15882 del 2015, ha stabilito che la semplice difficoltà a camminare non equivale alla totale incapacità di deambulare e non è sufficiente per ottenere l’indennità. Questo principio è stato ribadito anche da altre pronunce giudiziarie.

Come fare domanda all’INPS

Per ottenere l’indennità, l’interessato deve presentare una richiesta all’INPS, allegando un certificato medico che attesti la sua condizione. Dopo la presentazione della domanda, il richiedente viene sottoposto a una visita medico-legale per valutare il rispetto dei requisiti previsti dalla legge.

Chi non rientra nei criteri per l’indennità di accompagnamento può comunque accedere ad altre forme di tutela, come il riconoscimento dell’invalidità civile o della disabilità (Legge 104). Questi status danno diritto a diverse agevolazioni, come permessi lavorativi, esenzioni fiscali e contributi per l’acquisto di ausili.